La contrattazione decentrata è un'eredità positiva della crisi Covid
I numerosi contratti aziendali siglati da imprese e sindacati durante l’emergenza possono rappresentare l’inizio di una nuova stagione delle relazioni industriali
Il Covid ha avuto un impatto devastante sul mondo del lavoro, concentrato in specifici settori economici (quelli più colpiti dalle misure di distanziamento fisico: trasporti, turismo, ristorazione, fiere, spettacoli, eventi sportivi) e alcune categorie sociali (quelle con minore protezione e contratti più precari: giovani e donne). Oltre agli effetti distruttivi che non è stato possibile evitare, l’epidemia ha svolto una funzione di acceleratore nel mondo del lavoro che ha tentato di adattarsi alla nuova situazione. In breve tempo l’irruzione della realtà ha fatto superare numerose barriere, che erano in parte pratiche e in parte ideologiche, su una serie di questioni come ad esempio la contrattazione decentrata, a lungo invocata dall’Europa e dalle principali istituzioni internazionali per modernizzare il paese e altrettanto a lungo osteggiata perché potrebbe distruggere l’attuale sistema di forte contrattazione collettiva nazionale.
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- Luciano Capone
Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali