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I 270 milioni che possono cambiare la mappa degli aeroporti

Investimenti di Fiumicino, nuovo molo, incremento del traffico extra Schengen, diversificazione delle rotte. Modelli per Roma

Roma. Mentre i cantieri delle opere pubbliche sono ostaggio dell’immobilismo, e con loro anche le infrastrutture del paese, a Fiumicino l’aeroporto Leonardo Da Vinci è nel pieno di un grande intervento che non è sfuggito al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, in visita al cantiere pochi giorni fa. Il progetto prevede l’ampliamento dello scalo gestito dalla società del gruppo Atlantia, Aeroporti di Roma (Adr), a fronte di un investimento di 270 milioni di euro che servirà a costruire un nuovo molo con un’area di imbarco capace di accogliere 23 gate e sei milioni di passeggeri. Un investimento che si giustifica con la costante crescita del traffico aereo, prevista in aumento anche nei prossimi anni.

 

Nel 2019 il sistema aeroportuale italiano ha accolto 193,1 milioni di passeggeri, il 4 per cento in più rispetto al 2018, e 1,6 milioni di movimenti aerei, il 2,7 per cento in più sempre rispetto all’anno precedente. L’aeroporto Leonardo Da Vinci è stato il primo scalo italiano per numero di passeggeri in transito, raggiungendo la cifra record di 43,5 milioni. Dietro a questi numeri c’è l’intenso sviluppo dell’offerta commerciale che Adr ha costruito nel corso dell’anno passato. Con l’ingresso di sei nuove compagnie aeree internazionali – tra cui Sichuan Airlines, Kenya Airways, Level e Cabo Verde Airlines – lo scalo ha raggiunto il secondo posto in Europa per numero di operatori in transito e ha avviato oltre 30 nuovi collegamenti, di cui 12 verso destinazioni extra europee non servite prima da Fiumicino.

 

A essere attratti da Roma e dall’Italia sono soprattutto i paesi asiatici, in particolare la Cina, nonostante le incertezze legate al diffondersi dell’epidemia del coronavirus. Ma a determinare l’incremento di traffico dell’aerea extra Schengen – che per la prima volta ha raggiunto volumi superiori rispetto al traffico domestico – e Schengen hanno inciso molto anche i volumi di passeggeri nordamericani e russi. “Guardando all’America, nel 2019 Fiumicino ha raggiunto il record di viaggiatori trasportati con tre milioni e mezzo di passeggeri e 15 aeroporti negli Stati Uniti e in Canada connessi direttamente”, ha commentato Ugo de Carolis, amministratore delegato di Aeroporti di Roma. Sul fronte russo invece l’incremento è stato di oltre il 20 per cento rispetto al 2018, con un milione di passeggeri trasportati. Una cifra mai raggiunta prima d’ora, che racconta come alla base della strategia del gestore aeroportuale ci sia l’idea di diversificare i flussi aprendo a quanti più paesi possibile. Un buon vaccino contro eventuali crisi di alcuni mercati.

 

Di fronte a questo dinamismo e al costante aumento dei volumi, lo scalo romano non può permettersi di restare immobile. Ecco perché tra i progetti di Adr non c’è solo la costruzione del molo A, che dovrebbe essere pronto già in l’estate, ma anche l’estensione del Terminal 1 e la ristrutturazione dell’aerea di imbarco C, da completare nel 2021. Per fare volare davvero l’Italia e offrire un servizio adeguato ai milioni di turisti che ogni anno visitano il paese, serve però che anche le altre infrastrutture siano efficienti. Per dirla con le parole del presidente dell’Enac, Nicola Zaccheo, in visita a Fiumicino con De Micheli, “questo è solo un tassello verso un adeguamento infrastrutturale che dovrà permettere a Fiumicino, porta d’ingresso al nostro paese, di competere con altri hub del Mediterraneo. Soltanto una programmazione strategica e di visione ci permetterà di svolgere un ruolo di primo piano a livello europeo e di soddisfare il notevole aumento della domanda di traffico prevista nei decenni a venire”.

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