Marco Sesana

Da alcune casette parte l'innovazione di un business tradizionale

Generali Italia incuba startup e investe nella ricerca interna, e ha un piano per cambiare le assicurazioni

Alla sede centrale di Generali, a Mogliano Veneto, nella campagna a un quarto d'ora di macchina da Mestre, le chiamano "le casette". Sono strutture basse di legno, in mezzo al prato curato, che contrastano con il cemento un po' brutalista della sede della prima società d'assicurazioni d'Italia. Le casette sono uno stacco notevole da tutto quello che si vede a Mogliano Veneto, e vogliono esserlo. Sono gli incubatori e lo showroom da cui Generali Italia vuole far partire un nuovo corso basato sull'innovazione, che è cominciato ormai da qualche anno e sta cominciando a dare i suoi frutti.

 

Alcune casette fanno da ufficio ad alcune startup (sono sette in tutto) che Generali Italia ha "accelerato" (significa: ha consentito loro, con denari e know how, di passare dalla fase iniziale a quella di azienda discretamente strutturata). Queste startup, assieme ad altre aziende innovative partner, sono la base, ancora scarna in termini di business ma importante in termini di mentalità, della nuova strategia che vede il tradizionale comparto assicurativo passare dall’attività tradizionale, quella della copertura del rischio, a tutta una serie di nuove opportunità che, dicono a Generali, dovrebbe trasformare l'assicurazione in un "partner di vita".

 

Questo significa che il punto fondamentale, in un'epoca in cui le connessioni sono ovunque, non è più assicurare un'automobile o una casa. Bisogna assicurare i comportamenti, i momenti e le opportunità. Marco Sesana, ad di Generali Italia che ha presentato il piano della compagnia da qui al 2021, fa l'esempio della mobilità. Se un tempo ciascuno aveva la propria automobile, oggi ci si sposta in mille modi. Si usano il car sharing, il bike sharing, perfino il monopattino sharing. L'alta velocità ha permesso la formazione di nuove forme di pendolarismo a lunga distanza. Per assicurare questo tipo di spostamenti, servono sistemi più flessibili che si adattino alla vita, appunto, e non al mezzo.

 

E a cosa servono dunque le startup e le attività innovative? Servono perché per essere flessibili c'è bisogno della tecnologia giusta per farlo. E dunque, per esempio, la smart home consente a Generali di concentrarsi sulla prevenzione, perché secondo dati interni all'azienda le soluzioni di casa intelligente, come sensori per il fumo e per gli allagamenti collegati allo smartphone, riducono i danni alle case fino al 40-60 per cento.

 

Lato benessere, Generali ha sviluppato una serie di soluzioni che diano al cliente un mix di nuovi servizi, prevenzione e accesso facilitato ai servizi assicurativi tradizionali. Per esempio è partner di SkinVision, startup che ha sviluppato una app che permette di fare un'analisi preventiva dei nei della pelle attraverso la fotocamera dello smartphone (un algoritmo e un team di dermatologi collaborano nell'analisi). Lato mobilità, un altro esempio è la partnership con Drive Now, la società di car sharing, con cui Generali ha sviluppato un sistema per profilare e studiare la pericolosità dei diversi stili di guida. Chi impara a guidare in maniera più prudente riceve dei minuti di viaggio omaggio. Fa bene a Drive Now, che salvaguarda le vetture, all’assicurazione, che salvaguarda le finanze e al guidatore, che salvaguarda se stesso.

 

In conferenza stampa ieri a Mogliano Veneto, Sesana ha detto che Generali vuole avere degli "standard da experience company", che significa: avvicinarsi un po' alla Silicon Valley.

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