Luigi De Magistris (foto LaPresse)

La moneta di De Magistris

Redazione

Il sindaco di Napoli si mette a battere (di nuovo). Fallimento annunciato

Sicuramente a breve verrà indicato come uno di quelli con cui “aprire un dialogo” a sinistra per arginare “l’avanzata delle destre”. Ma si dovrà partire sempre dalle nuove idee e dalle nuove proposte. E così il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, in un post che parla delle ingiustizie subite dalla sua città, a partire dall’Unità d’Italia per arrivare alla Fiat, passando per il Banco di Napoli e la linea del Piave, annuncia l’approvazione di tre delibere per dire basta a “ingiustizie e sopraffazioni”. La prima è “Napoli Città Autonoma, un manifesto politico concreto sull’autonomia della Città”. La seconda è: “Cancellazione del debito ingiusto”, cioè una versione partenopea della bozza di contratto del governo del cambiamento in cui si proponeva di bruciare 250 miliardi di debiti con la Bce. E infine la terza, anche questa molto sovranista: “Realizzazione di una moneta aggiuntiva all’euro per dare forza a Partenope”. Si potrebbe ironizzare dicendo che l’iniziativa serve a valorizzare le risorse del territorio, visto che secondo il reparto Anti falsificazione monetaria dei carabinieri l’80 per cento di euro falsi nel mondo sono made in Napoli.

 

Ma quella di De Magistris non è una bizzarra novità, bensì una reiterata carnevalata. Nel 2012 si mise a stampare 10 milioni di “Napo”, che era sempre una valuta parallela da distribuire alle persone oneste. Naturalmente i napoletani, che hanno eletto De Magistris ma non sono fessi, non hanno mai usato la moneta del sindaco preferendogli quella di Mario Draghi. Così il Napo è scaduto nel 2015 senza che nessuno l’abbia mai usato. Ora Giggino ci riprova, “per dare forza a Partenope”. Stavolta, per dare un segnale di credibilità, De Magistris dovrebbe farsi pagare lo stipendio da sindaco proprio con quei fogliettini di carta che stampa in comune.

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