Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (foto LaPresse)

Pagare tutti per spendere di più

Redazione
L’evasione, Mattarella e la prassi dissipatoria dello stato italiano

Secondo uno studio recentissimo di Confindustria, se si dimezzasse l’evasione fiscale si potrebbero creare oltre 300 mila posti di lavoro. Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero”. Dopo la citazione da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno, sono stati in molti a riprendere le cifre dello studio di Confindustria: crescita del 3 per cento del pil e 300 mila nuovi posti di lavoro in caso di dimezzamento degli stimati 120 miliardi di evasione fiscale. Ma, a giudicare dalle reazioni tutte improntate alla repressione fiscale, in pochi l’hanno letto. Innanzitutto perché altrimenti avrebbero sottolineato le cause dell’evasione che in quello studio sono l’inefficienza della Pubblica amministrazione, l’inadeguatezza dei controlli fiscali che mirano solo a fare cassa, le aliquote elevate e l’onerosità degli adempimenti fiscali. Inoltre Confindustria stima quella crescita economica e di occupazione solo nel caso in cui – solo nel caso in cui, ripetiamo – l’intero recupero dell’evasione fiscale venga destinato alla riduzione delle aliquote, liberando risorse per i settori più produttivi e tassati, e non vada quindi a gonfiare la spesa pubblica.

 

Questa è la teoria. La pratica è diversa, perché se è già difficile credere a un recupero dell’evasione da 60 miliardi, bisogna essere davvero sognatori per ipotizzare che ogni euro di questi 60 miliardi venga risparmiato dalla voracità della politica e della burocrazia. Che la cosa finisca in maggiore spesa pubblica ce lo dice la storia: ogni anno a un aumento del recupero dell’evasione è corrisposto un aumento della spesa, mai una riduzione delle tasse, e inevitabilmente la pressione fiscale è cresciuta. Pagare tutti per pagare di più. Un esempio paradigmatico di come vadano realmente le cose è la riforma del canone Rai: con la nuova imposta per la tv in bolletta è previsto un aumento del gettito di 450 milioni, che però andrà in gran parte ad aumentare il mastodontico budget di Viale Mazzini e non a totale riduzione del canone. In questo sistema politico-istituzionale “pagare tutti per pagare meno” è una promessa da marinaio, potrebbe diventare un impegno credibile solo con un vincolo stringente alla spesa, tipo un limite alla pressione fiscale in Costituzione. E’ la differenza tra riforme e retorica di fine anno.

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