Non ci sono più tenniste italiane

    E' finita l'epoca della donna sola al comando. Il tennis femminile non ha più padrone. Quest'anno i ventisei tornei principali del circuito Wta hanno avuto ventidue vincitrici diverse. Soltanto quattro giocatrici sono riuscite a ripetere i loro successi in questa stagione: Karolina Pliskova, Kiki Bertens, Dajana Jastremska e Petra Kvitova. Il nuovo corso, eterogeneo e instabile, ha una nuova geografia che non comprende più l'Italia. Per la prima volta nella storia, al Roland Garros nessuna azzurra ha superato il primo turno. Erano due le giocatrici ammesse al tabellone principale dello Slam (tre prima del ritiro di Camila Giorgi), Giulia Gatto Monticone e Jasmine Paolini, entrambe sono state sconfitte nella partita di esordio. C'era tutto il resto del mondo tra i paesi qualificati al secondo turno: non solo i soliti, ma anche Kazakistan, Porto Rico, Taiwan, Estonia, Svizzera, Slovenia, Lettonia e Grecia.

    Lo sport non vive nel passato, al massimo si accontenta della nostalgia, dei tempi che furono. Era il 2010 quando Francesca Schiavone ha conquistato il torneo di Parigi vincendo 6-4 7-6 contro Samantha Stosur. Quel pomeriggio di giugno, dopo aver baciato la terra rossa più prestigiosa del mondo, l'ex numero 4 del ranking ha inaugurato una nuova èra, il momento più vincente per il tennis femminile italiano: quattro finali Slam in cinque anni (e due Fed Cup nel 2010 e nel 2013). Oltre a quella del 2010, Schiavone ha sfiorato un'altra volta l'impresa l'anno dopo, nel 2011, sempre a Parigi, dove ha perso in finale contro Li Na. In quegli anni l'Open di Francia sembrava essere una questione italiana: la finalista dell'edizione del 2012 è stata Sara Errani, sconfitta soltanto da Maria Sharapova. Nel 2015, poi, c'è stato il capolavoro di Flushing Meadows: Roberta Vinci e Flavia Pennetta in finale agli Us Open. Il torneo lo ha vinto Pennetta, concludendo la sua carriera nel miglior modo possibile, ma la sua avversaria due giorni prima aveva sconfitto la numero uno del mondo Serena Williams, arrivata a New York con la fondata speranza di vincere e completare il Grande Slam. Fu vera gloria, non è rimasto più niente. In quegli anni, Schiavone, Errani, Pennetta e Vinci hanno tutte conquistato un posto tra le prime dieci giocatrici al mondo, classificandosi rispettivamente al quarto, quinto, sesto e settimo posto come miglior ranking della carriera. E oggi? Il tennis italiano è fuori dalle prime trenta posizioni; resiste Camila Giorgi al numero 37, dopo di lei, però continua ad esserci il vuoto. La seconda italiana è Martina Trevisan al numero 156, la terza Giulia Gatto Monticone al 164. La classifica di questi anni è mobile ma parla chiaro, si affida ai risultati e da noi non arrivano più. Dopo l'età dell'oro è arrivato il buio senza vie di mezzo e senza eccezioni. In questi tempi tempi incerti, di regine regnanti per una settimana o poco più, c'è spazio per tutte, l'Italia rimane a guardare.