(foto EPA)
di cosa parlare stasera a cena
Zelensky è lo specchio dell'Europa
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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Non molliamo e continuano a parlare a cena di ciò che succede in Ucraina. Volodymyr Zelensky è lo specchio dell’Europa e, ora che ha anche a che fare con un po’ di corruzione, lo è ancora di più. Benvenuto tra noi liberi e corrotti, democratici e liberali, dove l’imbroglio, per fortuna e per intelligenza politica, è distribuito in modo pluralista, perseguito con la giustizia ordinaria e con un po’ di sputtanamento pubblico, avversato dagli elettori, ma non comporta il salto involontario dalle finestre del quarto piano o l’incarceramento in luoghi molto freddi da cui si torna morti. E, ribadiamo, l’imbroglio è perseguito e dimostrato in un processo, non è inventato, asserito, attribuito ai nemici nelle manovre di corridoio del Cremlino.
Oggi Zelensky, il nostro caro specchio, era da Emmanuel Macron. Niente convenevoli, incontro operativo in zona militare, e, cosa più importante, accordo per far avere presto all’Ucraina 100 arerei Rafale (che si vanno a sommare ai caccia appena regalati dalla Svezia all’Ucraina). Buoni aerei da usare sia per difesa delle città sia per dar copertura alle truppe ucraine di terra.
Direte, ma l’Europa tanto è finita e Macron tra un po’ esce di scena senza lasciare alcun macronismo dietro di sé. È vero, ma qui potrebbe dare una mano la musa della politica. Perché il probabile nuovo personaggio vincente della politica francese, Jordan Bardella, sembra indirizzato verso un possibile processo di melonizzazione. Farà il duro in campagna elettorale, giocando la carta nazionalista in un paese che già è nazionalista (ma non capisce più come fermare l’onda islamista che arriva dall’interno della nazione), e poi governerà melonianamente, buttando via gli eccessi o lasciandoli a una minoranza ornamentale (come succede con i no-euro leghisti) e adottando una linea in cui il ruolo della Francia in Europa (ecco la chiave per giocarsela mettendo avanti il nazionalismo) non sia ridotto. Così, saranno altri Rafale e altri aiuti e altro impegno a fianco di Zelensky (o di chi vincerà le prossime elezioni). È nella sostituzione dei nomi che sta la forza dell’Europa, contrariamente a ciò che pensano al Cremlino. Nella foto, alle spalle di Macron e Zelensky non c’è un bel panorama o qualche monumento ma un rafale ben armato (ah poi c’è intesa anche per tanto altro, per esempio 55 locomotive).
A proposito, va bene melonizzarsi ma si può fare meglio, soprattutto se uno è francese. A proposito ripeschiamo Sergio Mattarella che è già sui giornali, ma rileggiamolo, perché dà la linea all’Ue e lo fa nel posto più importante in questa fase e cioè il parlamento tedesco.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Ecco come butta per la crescita in Ue nel 2026. L’Italia è giù in classifica, perché c’è un generale risveglio mentre dalle parti italiane continua un andamento dell’economia deboluccio. Sono i conti pubblici a dare qualche soddisfazione insieme all’inflazione (che rallenta). La commissione dà per certa l’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione (dovuta al debito e al deficit eccessivi) per questa primavera.
Fatto #2
Donald Trump cerca di far salire l’attenzione per l’attacco al Venezuela e di far pensare un po’ meno agli Epstein Files.
Fatto #3
Una cosa semplice che sembra (che viene venduta per) difficile: far pagare le tasse a chi non le paga. Qui il governatore della Banca d’Italia mostra come aumentando il numero dei pagamenti digitali diminuisca l’evasione Iva.
Oggi in pillole
- Da altre parti del mondo, ma sempre in difesa da mire di paesi prepotenti, ecco un po’ di aiuti americani a Taiwan.
- Ma c’è anche il Giappone in partita, anche se forse ha esagerato con i toni iniziali.
- Lo stato, la legge e le vere lotte per il giusto trattamento dei lavoratori.
- Per cambiare la lavatrice.
- Meraviglioso Jannik Sinner, fa un bilancio del 2025.