
DI COSA PARLARE STASERA A CENA
I nuovi aiuti Ue a Kyiv e la diretta dalla Flotilla
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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L’Europa sarà pure debole, divisa, confusa, ma, di fronte ad altrettanta debolezza, divisione e confusione in giro per il mondo, mantiene la capacità di procedere verso i suoi obiettivi strategici. E di farlo agendo con diverse modalità operative. La commissione è la struttura principale, anche se è la più lenta nei movimenti. Ma qualcosa fa. E oggi ha un certo peso comunicare i quattro nuovi miliardi di aiuti all’Ucraina, spiegando che quella ucraina è la nostra, comune, europea, prima linea di difesa.
Conta anche la capacità di chiamare le cose con il loro nome. Lo fa Giorgia Meloni, indicando in modo esplicito le azioni di disturbo russe e puntualizzando le condizioni militari peggiorate per Mosca durante l’occupazione dell’Ucraina. Un linguaggio chiaro, senza le ambiguità filorusse di alcuni suoi colleghi di maggioranza e di molti commentatori (compresi, per primi, i presunti esperti di geopolitica). Mentre è importante che si dia importanza alla difesa di tutti i fianchi della Nato e delle organizzazioni strategiche europee.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Un po’ per regolarvi nelle cose della vita e un po’ per seguire le proteste dei gruppi contrari a Israele e attenti alle scelte di Hamas. Si tratterà di capire cosa verrà considerato attacco alla Flotilla, se basta un semplice fermo o se, perché venga promosso lo sciopero generale, servirà un’azione più dura.
Fatto #2
Sulle cose serie, tra le quali, stranamente, vista la provenienza, c’è il piano di Trump oggi è il giorno della riflessione. Ma va riportata la posizione di interesse di Hamas, i cui dirigenti hanno parlato di soluzione amara ma da valutare con attenzione. Sembra la preparazione a una qualche forma di intesa.
Tutto questo deve anche fare i conti con l’azione della Flotilla ormai diventata un disturbo per tutte le parti in causa, un elemento di confusione di cui si sarebbe fatto volentieri a meno mentre il confronto diplomatico sale di livello.
E anche la Svezia dice alla Flotilla di fermarsi al limite delle acque difese da Israele e di tornare indietro.
Mentre anche la nave spagnola Furor ha avvisato i naviganti della Flotilla che la scorta militare di sicurezza si fermerà alla distanza comunicata da tutte le autorità israeliane e che la navigazione successiva in direzione Gaza sarebbe molto pericolosa.
L’Italia ha detto lo stesso, ma, per queste stesse ragioni, il governo italiano viene indicato, inspiegabilmente, come il nemico numero uno, da colpire con proteste e con indicazioni di responsabilità molto gravi, dalle quali potrebbe nascere l’iniziativa di qualche gruppo terroristico.
E, per la verità, c’è anche Ada Colau, ex sindaca di Barcellona ora a bordo della flotta a vela, che, da brava catalana, se la prende un po’ anche con il governo spagnolo (malgrado Pedro Sanchez sfoderi tutto il suo repertorio di simpatizzante per la causa gazawa).
La diretta
Fatto #3
A causa del mancato accordo politico (ma come fai ad accordarti con Trump e i Maga che ti schifano ogni giorno?) è arrivato lo shutdown e il governo americano non ha gli strumenti né il bilancio per mandare avanti i progetti pubblici e l’azione amministrativa.
JD Vance sfida la credulità e incolpa i democratici del fallimento di ogni tentativo di dialogo.
Oggi in pillole
- Il candidato del centrodestra in Campania, per sfidare Roberto Fico, potrebbe essere Giosy Romano
- Un altro piccolo caso di shutdown è tutto libico, ma tocca anche la rappresentanza diplomatica a Roma
- Il nostro caro Mes, quello che l’Italia non vota, e che continua ad agire, anche se con status un po’ ridotto
- Moni Ovadia ammira Putin