Di cosa parlare a cena stasera

L'unità europea rafforza anche la politica italiana

Giuseppe De Filippi

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L’Europa è con l’Ucraina e quindi con sé stessa, con il proprio interesse strategico. Chi cerca ora di trovare le divisioni, le differenti vedute, i tic separatisti tra Italia e Francia, o gli sciocchi tremori per il rafforzamento militare della Germania, sta perdendo tempo. Le scelte fatte in Europa e sancite a Washington sono determinate dalla convenienza collettiva e porteranno sviluppi a tutti. Come qui si è detto più volte non è neppure necessaria, né utile, la convergenza piena di vedute imposta dalle regole dell’Ue. Il fronte dei volenterosi è duttile e solido, fluido e insieme centrato su un gruppo fisso di protagonisti. Né ha rilievo la discussione sull’invio di militari in Ucraina, opzione che resta comunque liberamente utilizzabile da uno o più dei paesi volenterosi. Lo schema va oltre l’art. 5 del trattato Nato, perché dà maggiore libertà ai partecipanti e, insieme, stabilisce che si intervenga anche e soprattutto preventivamente. Con la stabilizzazione del sistema di sostegno all’Ucraina, da mantenere anche quando la guerra di invasione russa sarà finita. Con la fornitura di competenze, di tecnologia, di comunicazioni, grazie alle quali fare dell’Ucraina e del suo esercito il famoso “riccio d’acciaio indigesto”, come da similitudine usata da Ursula von der Leyen.

 

Certo, ha ragione Emmanuel Macron, Vladimir Putin non farà la pace subito. Ma la negazione dell’approccio magico e personalista del vertice di Anchorage porta proprio a esaltare il ruolo degli europei. Niente miracoli irenici, quello che serve è il realismo dei volenterosi.

 

Trump accontenta i suoi elettori isolazionisti, ma all’Ucraina non servono truppe straniere, serve invece sostegno tecnico e logistico.

 

Tutto questo serve anche all’Europa politica, ma la anticipa e indica una via. La politica può trarne vantaggi e già lo fa. La trasformazione della destra meloniana in un movimento conservatore occidentalista è un passaggio storico che cambierà anche gli equilibri italiani e che potrebbe mettere fuori gioco le altre versioni dell’offerta politica verso destra, quella del populismo e quella del sovranismo.

   

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Matteo Salvini ha tentato qualche confusa mossa per differenziarsi dalle scelte dei paesi europei nel contrasto alla Russia, poi si è sbilanciato in critiche al ministro della salute per la (saggia) decisione di azzerare e rifare, con scelte coerenti con criteri scientifici, la commissione sui vaccini, e poi, finalmente, è arrivato il Salvini che ci piace, quello che si occupa di ponti e gallerie.

 

Fatto #2

Altro che Anchorage.

 

Fatto #3

Jannik Sinner verso un veloce recupero. Qui gli suggeriamo di tenere bassa la micidiale aria condizionata americana.

   

Oggi in pillole

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