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Di cosa parlare stasera a cena

Roberto Gualtieri e il suo approccio ai problemi

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Roberto Gualtieri non è un trascinatore di masse e non ha la visione politica del leader, ma si è messo di impegno a fare a Roma le tante cose che erano stato trascurate da varie amministrazioni precedenti. I soldi del Giubileo o del Pnrr c’entrano, ma non sono stati essenziali. A mandare avanti il lavoro della giunta Gualtieri sembra che sia più questo sguardo ingenuo e disponibile sulla realtà urbana di cui è (sorprendentemente) capace il sindaco. Una specie di rovesciamento del distacco sarcastico che i romani normalmente dedicano alle faccende delle loro città. E se da decenni c’era un distributore di benzina (vi sembrerà niente di importante, ma a pensarci bene è una cosa incredibile) praticamente dentro al Foro romano e nessuno aveva pensato di toglierlo serviva il candore fattivo gualtieriano per far arrivare i mezzi necessari e portare via quell’avanzo di precedenti assurdità urbanistiche. Volendo, a cena, potreste tentare un parallelo arditissimo, constatando che Giorgia Meloni ha qualcosa di gualtieriano (e viceversa) nell’approccio ai problemi liberato dalle incrostature delle abitudini o delle prassi precedenti (o dal loro rovesciamento, che è la stessa cosa, come avveniva nel “no” categorico di Virginia Raggi). Un parallelo che farebbe certamente arrabbiare entrambi se fossero lettori di queste chiacchiere per cena, ma che può essere utile per chi osserva, perché coglie una delle cifre vincenti delle nuove tendenze politiche.

Poi, però, un terremoto di irrazionalità colpisce il governo quando si deve decidere sulla politica sanitaria, con l’epicentro in zona vaccini.

 

Le tre "cose" principali

Fatto#1

Non si capisce bene con quali intenti Donald Trump si sia andato a cacciare in questa faccenda dell’Alaska, dell’incontro, della inattendibile trattativa con un belligerante e senza l’altro. Le trattative, per dire una banalità, un’ingenuità gualtieriana (o meloniana), si fanno a guerra finita e non mentre sul campo ci si bombarda. Se non altro per sapere di cosa si sta parlando. Nella loro grigliata di Ferragosto Trump e Vladimir Putin potranno giocare un po’ con le telecamere, mimare qualcosa utile ai fini delle rispettive questioni interne, assegnarsi a vicenda il Nobel per la pace, e nient’altro.

A Berlino, invece, si parla di cose concrete. E il sostegno tedesco all’Ucraina va sempre contato tra le novità in grado di cambiare il corso delle cose.

 

Fatto#2

Per capire, come dovrebbe essere evidente, che la Russia è il nemico dell’Europa e di ogni singolo paese europeo.

Come lo è e lo è stata per i paesi baltici ed è utile ricordare con precisione come la loro libertà venne cancellata.

 

Fatto#3

A Milano continua la strategia giudiziaria costruita sulla diffusione delle chat tra assessori, esponenti dell’amministrazione comunale, imprenditori, peraltro prive di indicazioni realmente rilevanti per un’indagine su reati. Chat e nient’altro che chat, oggi un’altra infornata, che è sembrata una reazione alle decisioni autonome del tribunale del riesame con cui era stata disposta la scarcerazione di due dei principali indagati.

Sul Foglio, per i suoi fortunati lettori, ne parlava proprio stamattina Giuliano Ferrara.

 

Oggi in pillole

  • Ancora la morte nel Mediterraneo cercando di raggiungere l’Italia e l’Europa
  • Le stranezze dell’economia italiana
  • Dopo la loro Istat ora Trump vuole arruolare anche i musei scientifici e storici americani
  • I taxi se possibile non usateli, se proprio è necessario armatevi di navigatore
  • È finito l’incendio dei boschi vesuviani

 

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