
Di cosa parlare a cena stasera
L'inizio dell'èra Merz
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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Meglio così, con quella gita veloce a Weimar tanto per provare il brivido del caos parlamentare e poi il ritorno nei ranghi e nella logica della politica di coalizione. Per Friedrich Merz serviva un battesimo con emozione perché non sarà un cancelliere qualunque. Propone una linea di rottura anche se con principi legati alla tradizione democristiana. Vuole trasformare la Germania ed è logico che parta tra qualche perplessità. Ma ora che ha ricevuto la fiducia e si avvia a guidare il governo le cose cambieranno, anche nei rapporti interni alla maggioranza. Perché il progetto di cambiamento è forte e capace di trasformare gli schemi politici. Merz vuole una Germania militarmente più forte, riferimento nello scenario europeo dei paesi che si contrappongono all’espansionismo e alla minaccia russa, vuole portare l’economia industriale tedesca definitivamente fuori dall’orbita del mercato energetico russo, vuole riavviare i rapporti con la Cina su basi diverse, vuole cambiare la politica europea della transizione energetica. Un programma che chiede tempo per dare frutti e che ovviamente si dà un obiettivo di legislatura, ma un programma che sarà da subito chiaro e comprensibile per gli elettori tedeschi, ponendosi come modello pragmatico e realista da contrapporre alle seduzioni degli estremismi. Merz nasce da un parto faticoso ma promette un’ottima crescita.
Claudio Cerasa guarda agli strascichi del voto mancato, ma resta positivo sul futuro. Giorgia Meloni si congratula e parla di risultati importanti da raggiungere insieme. Ha un rilievo anche ciò che dice la presidente della Bce. E conta anche il sollievo, con auguri e promessa di lavorare insieme, di Ursula von der Leyen. Ah, Jeanne Perego ci ricorda che Merz guida anche bene gli aerei.
Fatto #1
Verso il referendum, siamo al momento delle questioni in punta di diritto costituzionale sulla scelta di votare o non votare, con tutte le ovvie implicazioni di tattica politica. Con un punto indiscutibile a favore di chi sostiene la liceità del non voto e della strategia politica basata sull’astensione. Mentre sul tema dei salari arrivano proposte. Da oarte leghista c’è un tentativo interessante di drastico taglio fiscale e contributivo per i redditi medi e bassi. Sembrerebbe piuttosto costoso per i conti pubblici a una prima analisi. Gli altri della maggioranza sono perplessi ma almeno si smuovono un po’ le cose.
Fatto #2
Scambio di prigionieri tra Ucraina e Russia e militari che tornano a casa. Mentre si fa sempre più teso il clima in vista della parata putiniana sulla Piazza Rossa.
Fatto #3
Perché rimettere un carcere ad Alcatraz non ha senso per il sistema penitenziario americano, ma potrebbe fare gravi danni (e quello è il vero obiettivo di Trump) alla rete e alla protezione dei parchi nazionali. Se vi va ascoltate Adam Schiff che è di una chiarezza straordinaria. E qualcosa sulla confusione nell’amministrazione trumpiana. Il pericolo della politica sanitaria trumpiana per la salute dei bambini.
Oggi in pillole
- Tutto è pronto, manca solo il nuovo Papa;
- Il Foglio, con Giuliano Ferrara, punta sul nero;
- Mark Carney incontra l’ostile Trump;
- Auguri e festa per Elly Schlein;
- La multa per aver trasportato una pianta in metropolitana a Parigi (in Francia se ne parla molto).