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di cosa parlare stasera a cena

La strage di Brandizzo e il problema dell'attenzione sui controlli

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Non succeda mai più che un cantiere, la predisposizione di un’opera pubblica, un’attività di manutenzione, vengano avviati senza le misure di sicurezza necessarie e senza la disponibilità di tutte le informazioni. La strage di Brandizzo è stata causata dall’incredibile mancanza di comunicazione tra i responsabili del cantiere e i responsabili del traffico ferroviario. Non è possibile che rischi di questo genere vengano assunti senza aver fatto doppi controlli sulla avvenuta ricezione delle informazioni. La velocità e una certa intenzione di metter fretta, di fare pressioni, perché ci siano realizzazioni da mostrare all’opinione pubblica, con cui si stanno predisponendo gli interventi sulla rete ferroviaria, anche per stare dentro agli obiettivi del Pnrr, non possono essere portate come cause, neppure indirette. Perché la condivisione delle informazioni richiede sforzi minimi e, anzi, se ben fatta riesce a ridurre i tempi di realizzazione e non certo ad aumentarli. La strage di Brandizzo non è figlia dell’avidità di qualche capitalista spietato, disposto a ridurre la sicurezza per aumentare i profitti. L’accostamento con i morti alla Thyssen tecnicamente non ha senso. E sorprende che, invece, un simile disastro sia avvenuto sulla rete ferroviaria, dove i metodi di controllo e i dispositivi di sicurezza basati sulle informazioni sono al centro dell’attività di programmazione e di organizzazione.

Qui resta il dolore per la perdita di cinque vite e di cinque persone. Lavoratori seri e impegnati, la loro morte è la massima ingiustizia possibile

Le tre "cose" principali

Fatto #1

I prezzi rallentano il ritmo della loro salita, con i beni di acquisto più frequente e necessario finalmente un po’ in raffreddamento. L’inflazione scende al 5,5% annuo. Le banche centrali osservano, ma il dato complessivo europeo, rilevante per la Bce, indica un tasso di mentre il mercato del lavoro fa registrare il primo calo degli occupati dopo sette mesi di incremento del tasso di occupazione. La disoccupazione risale un po’, al 7,6%, mentre le banche centrali, parliamone al plurale grazie all’interessante fase di coordinamento esplicito tra Bce e Fed, continuano a vedere una forza non comprimibile nell’inflazione e cominciano a chiedersene le ragioni e i metodi per venirne a capo. Per l’Italia il segnale dal lavoro e dai prezzi è rilevante, perché indica un rallentamento generale dell’economia e fa attendere un dato per il Pil nel terzo trimestre non esaltante. Con la prospettiva più importante, quella a lungo termine, poco confortante. Gli occhi dei grandi investitori mondiali restano puntati sulle prospettive di crescita dell’Italia e dati come questi appena visti fanno subito preoccupare per lo stretto legame tra aumento del Pil e sostenibilità del debito

Fatto #2

Giorgia Meloni a Caivano, convinta che la presenza fisica delle istituzioni possa cambiare le cose. Ovviamente bisogna vedere cosa resterà di questa visita (senza illusioni, ci mancherebbe altro, ma anche senza l’ossessione della critica)

Fatto #3

Risposta accorata di Dmytro Kuleba a chi critica la lentezza del recupero di terreno da parte degli ucraini

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