Giorgia Meloni (LaPresse)

Di cosa parlare a cena stasera

Il primo decreto di Meloni: tra No vax, giustizia e propaganda

Giuseppe De Filippi

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Tolto l’obbligo vaccinale per i medici (con la promessa di annullare anche le multe) il governo paga pegno a uno dei racconti distorti e opportunistici con cui la sua maggioranza ha vinto le elezioni, quello sulla dittatura sanitaria e sulla gestione violenta e coercitiva, oltre che inefficace, della pandemia. Non vale neanche la pena di confutare le accuse (anche se qualcuno dovrà farlo davvero se venisse confermata l’intenzione di incaricare del tema nientemeno che una commissione d’inchiesta parlamentare). Ma qui diciamo che paga pegno perché il provvedimento non ha grande utilità, se non simbolica, ma crea problemi per il futuro, perché gli interventi di sanità pubblica dipendono dalla credibilità dello stato, che, in questo modo, viene danneggiata.

 

In campagna elettorale o stando all’opposizione si agisce su altri piani. Il consenso da cercare è quello mobile, degli elettori mossi da sentimenti di fastidio o anche di rabbia, e certamente ce n’erano durante la pandemia. E allora si sparano anche scempiaggini pur di catturare quegli elettori. Ma, arrivati al governo, bisogna saper usare quel poco di incoerenza tanto utile in politica e lasciare nello spazio dei bei ricordi eroici il furore anti-vaccinale e l’insorgenza anti-mascherine. Oggi si sono viste scorie di campagna elettorale e un po’ di resipiscenza. Perché, accanto all’eliminazione dell’obbligo vaccinale, è stato invece prorogato l’obbligo di tenere la mascherina negli ospedali e negli altri luoghi di cura. È puro buon senso, eh, perché basta passare qualche ora in un ospedale per verificare, come dire, il consenso spontaneo per le mascherine (anche sui mezzi pubblici, senza obbligo, sono molte le persone che la indossano spontaneamente)

 

Le tre cose principali

 

Fatto #1
Ha, invece, un suono ancora propagandistico la prima parte degli interventi su giustizia e sicurezza. Con enfasi sul mantenimento dell’ergastolo ostativo (per il quale si scomodano i grandi e veri magistrati antimafia e una citazione del papello sulla trattativa). E con ancora più enfasi sul divieto ai rave party. C’è un reato nuovo, che più o meno colpisce l’organizzazione di festoni improvvisati. È qui la destra? Matteo Salvini non fa mancare il suo sostegno infrastrutturale all’attività propagandistsica.

Fatto #2
Ed ecco i sottosegretari e i viceministri, per parlarne a cena potreste notare che, mediamente, si tratta di politici con esperienza parlamentare o di governo maggiore di quella dei ministri.


Fatto #3
Il 2022 si conferma e si rafforza come anno di forte ripresa economica, con qualche effetto di trascinamento anche sul 2023 e Ignazio Visco alla giornata mondiale del risparmio, dice, tra l’altro, alla Bce di continuare nella stretta di politica monetaria ma senza correre troppo

 

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