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Nel 2022 ci sarà la fine della bolla del Covid e dei rincari energetici?

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Due tentativi di guardare al futuro abbastanza prossimo provando a salire sulle spalle non dei filosofici giganti ma di chi nella vita usa la comprensione del futuro per fare soldi. Be’, a guardare i mercati sembra che la convinzione più diffusa sia che siano destinati a non durare troppo i due fenomeni che stanno monopolizzando la nostra attenzione e le nostre preoccupazioni, e cioè ovviamente la forza rinnovata della pandemia e, entrata più di recente, la crescita continua dei prezzi dell’energia, di alcune materie prime e prodotti necessari per varie attività industriali. Di problemi, sembra brutto dirlo ora, ce ne saranno certamente altri. Di solito, purtroppo, non li indoviniamo in anticipo. Potrebbero essere dalle parti dei debiti pubblici, ma forse no, perché l’Ue è diventata un’altra cosa e il whateverittakes, con la crescente mutualizzazione di forme di debito e con il grande piano paneuropeo di ripresa, ne è ora una specie di articolo fondante e costitutivo. Nel frattempo l’ondata di contagi viene comunque arginata (a fatica e con dolore) dai sistemi sanitari e, ovviamente, dalle vaccinazioni. Nello stesso tempo i prezzi dell’energia, per parlare di quelli più preoccupanti, sono ora certamente un tema drammatico, ma ci sono tanti indizi per un rapido sgonfiamento della bolla. Con un peggioramento dei rapporti già brutti tra Ue e Russia ci potrebbero essere altre fiammate dei prezzi, ma anche quell’eventualità sembra riconducibile nello schema della bolla. Ripeschiamo un Paul Krugman con questa visione e pronto a sbertucciare chi si lancia in programmi di prezzi calmierati.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

La situazione, che forse offre ancora qualche margine per arginare l’ondata della nuova variante, ovvero per subirla in modo sostenibile.

 

Fatto #2 

E l’Ue, come si diceva, sta diventando un’entità politica ed economica in cui sì, effettivamente, si fa tutto ciò che è necessario per far fronte agli impegni comuni. È il senso dei cambiamenti in corso per riscrivere le regole europee. E, a proposito, gli impegni valgono per i paesi e per l’Ue, e l’Italia comincia la sua partecipazione piena al grande progetto europeo di finanziamento dei piani di ripresa nazionali.

 

Fatto #3

Parlate, invece, con preoccupazione, anche della scelta cinese di usare la Lituania, paese che coraggiosamente ha avviato relazioni diplomatiche con Taiwan (e quindi sfidando la pretesa cinese contro la sua autonomia politica), come punto da cui aumentare di intensità la sua guerra fredda con i paesi che gravitano nell’alleanza politica e commerciale tra Usa e Ue. La Cina ha scelto una piccola repubblica, appartenente all’Ue, e ne ha fatto bersaglio di una serie di abusi, bloccandone le merci e cancellando regole commerciali tutelate da organismi internazionali. È chiaramente un modo per intimidire anche paesi di maggiore peso economico e politico. E comincia a salire di livello anche la risposta europea.

 

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