Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Di cosa parlare stasera a cena

L'operazione green pass continua a spaccare in due la politica

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Renato Brunetta sul fronte più esposto a critiche e attacchi per l’adozione del green pass, quello del pubblico impiego. Risponde con buon senso e senza polemiche ad attacchi davvero violentissimi e alle solite tecniche manipolatorie del pensiero e del giudizio. Sempre più si definisce una linea di faglia della politica tra favorevoli e contrari a questo strumento, del quale, con tutta evidenza, si può dire che sta riportando la vita sociale anche negli spazi in cui ancora non riusciva a tornare.

Il testo di legge sul green pass al lavoro può far comodo e un doppio finalmente di Enrico Letta per accogliere l’obbligo di green pass anche per i lavori parlamentari. Il senso, positivo, dell’operazione green pass spiegato, anche a Matteo Salvini, dai governatori regionali, per primi quelli leghisti.

 

Le tre cose principali

Fatto #1

Oggi tanti voti di fiducia, dalla giustizia penale all’estensione del green pass. Si vota in parallelo tra camera e senato, su materie diverse, dandosi poi il cambio. Le proteste per il salto parlamentare ci sono, ma sono sparute e di maniera. Il governo, come si dice, va avanti. Ma vanno letti i segnali che arrivano soprattutto dalle assenze, dai piccoli atti per manifestare dissenso senza prendersene direttamente la responsabilità. Mentre si cominciano ad elencare, con preoccupazione (lo dicevamo ieri a cena), i ritardi sui decreti attuativi e sulle nomine nei comitati che dovranno sbloccare le opere pubbliche. Quelli, sì, danno un senso di difficoltà nell’azione di governo.

 

Fatto#2

Un anno dopo i famosi accordi (definiti troppo enfaticamente, ma certamente importanti) ecco Israele, Marocco, Bahrain, e gli Emirati Arabi Uniti, a firmare un documento congiunto alle Nazioni Unite. E sul tema rilevantissimo del ruolo pubblico delle donne e sui loro diritti politici.

 

Fatto #3

Il governatore del Texas, Abbott, sembra rivendicare le criticatissime (terribili) tecniche usate dalla polizia di confine per fermare un gruppo di profughi haitiani mentre tentavano di passare il confine dal Messico verso gli Usa. Le scene con le frustate le hanno viste tutti e sono oggetto di contestazioni direttamente contro la Casa Bianca. Ma, dalle parole del governatore texano, sembra che a scegliere di usare quel tipo di violenza siano state le locali forze di confine, evidentemente su indicazione della politica texana. Per rispondere, dice tra l’altro, alla comunicazione in senso opposto, e quindi favorevole all’apertura, proveniente da Joe Biden.

 

Oggi in pillole

 

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