I militari cileni per le strade di Santiago (foto LaPresse)

L'ambulanza sulla folla a Oslo e la repressione militare in Cile

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

La storia fa impressione, per ovvie ragioni. E dopo si è aggiunto un elemento che, con linguaggio da questura, potremmo definire aggravante: la seconda persona cercata, una donna, è stata trovata in possesso di armi tra cui un mitra. Diventa evidente quindi che quella che poteva sembrare una follia era invece un'azione terroristica.

 

 

In Canada continua l'esperienza liberale e innovativa di Justin Trudeau, anche se con qualche voto in meno e la necessità di trattare con l'opposizione (che d'altra parte è una cosa che al giovane riconfermato presidente riesce facile). E, come è noto, c'è già un alleato che sembra fatto apposta. A cena è un buon argomento per tenersi alla larga da discussioni oziosissime sui Pos e le partite Iva.

 

  

In Cile si sta inasprendo la risposta militare alle proteste. Vediamo da dove si è partiti.

 

E come stanno le cose.

 

Poi c'è il gioco della Brexit da questa parte del mondo, quasi questa parte del mondo. E almeno dà spunti per scrivere e ragionare.

 

 

La questione sta prendendo finalmente anche una piega realistica perché se Boris Johnson, infischiandosene di Westminster (poi saranno eventualmente cavoli suoi) decidesse di dare corso alla Brexit senza accordo entro il 31 ottobre si aprirebbero una serie di problemi concreti, relativi alla vita delle persone. Il Parlamento europeo, con il combattivo Guy Verhofstadt, guarda soprattutto al destino dei non britannici nel Regno Unito.

 

 

Donald Trump a volte dice stupidaggini, altre volte, peggio, stupidaggini offensive.

 

 

Nelle chiacchiere a cena ci era sembrato che Stefano Patuanelli da ministro si stesse comportando con molta più compostezza e lucidità del Patuanelli capogruppo. Questa è un'ottima occasione per dimostrare che avevamo visto giusto.

 

 

Tutti a pensare alla manovra e a litigare per spostare pezzetti del bilancio dello stato. Ma è roba superata, spese ed entrate sono ormai molto rigide e lo resteranno a lungo, non si riesce a cambiare la politica economica agendo sulle quantità, sulla dimensione delle poste di bilancio, perché nessuno se ne assumerebbe il rischio politico. Ripeschiamo il professor Roberto Perotti su Repubblica di ieri per parlarne più a fondo a cena.

 

E vediamo quindi cosa si potrebbe fare per favorire le buone politiche economiche a costo zero. Si parte dalla macchina burocratica statale e dal suo funzionamento. E va bene che si cominci togliendo le persecuzioni del precedente governo. Il passo successivo deve essere il ritorno dell'organizzazione degli uffici per obiettivi. E inevitabilmente si dovrà ragionare di regole per la spesa in opere pubbliche, anche perché di soldi ce ne sono già tanti e anche disponibili.

  

Ah, l'incendio alla Cavallerizza è doloso.