Foto LaPresse

L'addio di Isoardi a Salvini e i danni del maltempo. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Va bene, va bene, va bene. Inutile girarci intorno, tanto a cena parlerete della foto di quella foto, di quella coppia che si separa. Ma, come sempre, a troppa esposizione corrisponde qualche perdita nella significatività. Potete dirlo così a cena: ci si perde, si rimane confusi, ad essere proiettati direttamente, senza gradi, alla fase forse più stanca, più esaurita possibile, di una relazione. Insomma ad arrivare dritti al momento in cui uno dei due (tocca a Elisa Isoardi) fa selfie in camera da letto con compagno (ruolo che cade su Matteo Salvini) placidamente addormentato e nel durante anche oniricamente lasciato. Chissà cosa stava sognando Salvini? Il mediterraneo solcato solo da navi di linea e laboriosi pescherecci? O mezzi incubo come il contratto di governo? O ruspe scatenate, tranne che sulle case abusive? O altri mezzi incubo con signore napoletane che lo assalivano con poche e chiare parole? Non che si volesse un full monty alla ferragnez, per carità. Però arrivare dritti alla iper-fine della storia senza aver visto qualcosa di vero tra i due è stato brutto. Dal patinato ma finto domestico del ferro di stiro al patinato ma vero disperato della camera da letto, senza altri passaggi a spiegare, illustrare: non può funzionare. Chissà magari tornano insieme, ma è dura, il tradimento del sonno affidato e confidante forse è il peggiore da mandar giù.

 

E sì parlerà anche della discutibile copertura letteraria o peggio filosofica alla decisione. Insomma il richiamo al Gio Evan maestro di pensiero, in quanto re del buongiornissimo facebookiano applicato a ogni ambito della vita, un viaggiatore, con un suo sciamanesimo dibattistiano, molto letto, a quanto parte, anche perché già ridotto in pillole di saggezza buongiornissima.

 

Fin qui le discussioni a cena. Ma sì affaccia anche qualche tema di riserva. La solita manovra economica. Moscovici e Dombrovskis sono in prima linea nel chiedere di cambiare la pazza corsa italiana contromano rispetto al resto dell'Europa. Nessuno li ascolta nella Roma dove chi conta o dorme sotto selfie oppure è un po' sbattuto dopo arrivo in Cina (Di Maio). Un po' conta, a modo suo, il buon Tria, impegnato a spiegare al resto dell'Europa che il deficit sì c'è ma poi proprio non c'è o almeno sarà più basso, verrà contenuto nella gestione concreta della manovra.

 

Il prof. avv., non certamente un politico, ma un italo-burocrate che dice di opporsi agli euro-burocrati, incalza i commissari europei chiedendo giudizi meno politicizzati sull'Italia. Sembra confuso, insomma, nel chiedere giudici più cauti, più misurati, politici ma non politici.

 

I danni di vento e pioggia fortissimo e le responsabilità. Non se ne scappa. Il quadro degli interventi di contrasto all'abusivismo è desolante. I sindaci sono esposti, responsabilizzati, e, dove la pressione è più forte, si difendono tra richiami a improbabili necessità, complicazioni legali, tutela dello status quo. Gli altri poteri si sfilano, fanno finta di niente. In gran parte del Mezzogiorno, ma anche in altre zone del paese, si preferisce prendere rischi e averne vantaggi finanziari. È una specie di rovesciamento della logica assicurativa (fatta di piccoli impegni finanziari per ridurre i rischi) ed è atteggiamento prevalente tra cittadinanza e poteri. Venirne fuori sarà difficile, vedete che proprio in queste ore passa il condono edilizio per Ischia sismica, malmessa, troppo costruita.

 

I contorcimenti dei grillini che vorrebbero essere non allineati, ma il decreto sicurezza passerà.

Di più su questi argomenti: