A che ora è la Terza guerra mondiale?

Redazione
Una rassegna delle copertine dei principali magazine internazionali. Nouvel Observateur, Spectator, New Statesman, Nikkei Asian Review, Vanity Fair, País Semanal, New York Times Magazine

    “E se la Terza guerra mondiale fosse già cominciata?": il settimanale francese Nouvel Observateur spara in prima pagina una copertina con Putin, Obama e Assad e si chiede effettivamente se la terza guerra mondiale non sia già cominciata, e se, nei futuri manuali di storia, non sarà segnata coma data d'inizio il 30 settembre 2015. L'Obs avanza paralleli con la Prima e la Seconda, con il patriarca di Mosca che parla di "guerra santa" come Stalin nel 1941 ai suoi compatrioti comunisti per spingerli a cacciare i nazisti dalla Russia, e l’offensiva di Putin in Siria che è la più grande dimostrazione di forza russa dai tempi della Guerra fredda.

     

     


    Entrambi i principali magazine inglesi, lo Spectator e il New Statesman, raffigurano Putin in copertina, con pose simili (in entrambi i casi ha una mano alzata, con il pugno chiuso in segno di vittoria o con un Mig mascherato da colomba della pace) e lo stesso messaggio: il presidente russo sta battendo l’occidente nella guerra di nervi e carri armati che si combatte in Siria e in tutto il medio oriente. Lo Spectator è più esplicito, in copertina si vede Putin a torso nudo che poggia il suo anfibio nero sul globo terrestre, schiacciando il presidente americano Barack Obama e quello inglese David Cameron. Il New Statesman invece si chiede se il leader russo abbia in mente un grande progetto per il medio oriente.


    La cover story del settimanale giapponese Nikkei Asian Review, questa settimana, è naturalmente dedicata al rivoluzionario accordo sul commercio promosso da Washington con i paesi orientali, il Trans Pacific Partnership. Il settimanale investiga sulle conseguenze economiche sul mercato globale, ma anche sul perché questo accordo è molto più che un trattato sul commercio. Secondo la Nikkei Asian Review il Tpp porterà la regione del Pacifico a essere guidata dall'alleanza – sempre più solida – tra America e Giappone.

     

     


    Mark Zuckerberg, il ceo di Facebook, è pronto a (ri)conquistare il mondo con la realtà virtuale. Vanity Fair di ottobre gli dedica la copertina, un servizio fotografico di Annie Laibovitz e lo incorona come il nuovo re dell’establishment. Zuck sta per preparare la prossima “big thing” con Oculus Rift, gli occhialoni per la realtà virtuale, scrive Vanity, ma da qui a immaginarceli addosso c’è molta strada.

     

     

     

     


    Il settimanale del quotidiano spagnolo País smorza gli entusiasmi di Vanity Fair e mette in copertina la “crociata” di Jonathan Franzen contro la Silicon Valley. Lo scrittore americano è un celebre critico della cultura digitale e descrive il suo ultimo libro “Purity”, come una storia “contro le illusioni di libertà vendute dalle grandi corporazioni di internet”.

     

     

     


     

     

    Premio per la copertina più brillante questa settimana va al magazine del New York Times, che sul suo numero dedicato alla cultura mette in copertina un ritratto di Nicki Minaj su sfondo giallo, sgargiante e con colori perfetti.