
Il figlio che ha rotto la testa al padre e il viagra rosa (che non funziona)
DELITTI
Stefano Brega, 45 anni. Pregiudicato, coi due fratelli minori gestiva un’azienda vinicola nella frazione Boffalora di San Damiano al Colle, nel Pavese. Unico dei tre fratelli a vivere coi genitori, di continuo chiedeva soldi al padre Giuliano, agricoltore di 76 anni, e per questo tra i due scoppiavano spesso violente liti. L’altra sera dopo cena ci fu l’ennesima discussione, il Brega Stefano a un certo punto uscì di casa sbattendo la porta, il padre lo seguì con in pugno la sua Smith&Wesson calibro 38 e gli sparò due colpi addosso: uno al petto, l’altro alla testa. Quindi rientrò in casa, si sedette sul divano, guardò la moglie, e le disse: «Ho ammazzato Stefano».
Dopo le 20.30 di giovedì 3 marzo nell’azienda vinicola «Al Colle» nella frazione Boffalora di San Damiano al Colle, nel Pavese.
Mariana Caraus, 25 anni. Rumena, alta, bella, lunghi capelli castani, occhi grandi, labbra carnose, sorriso smagliante. Tre anni fa era andata a studiare lingue in Germania e lì s’era fidanzata con Karl Christian Neumeyer, tedesco, 33 anni, pieno di soldi, amante del ballo e delle auto di lusso. Lo scorso settembre l’aveva lasciato ed era tornata a vivere coi genitori, gli operai Vasile e Viorica, a Cavino, frazione di San Giorgio delle Pertiche (Padova). S’era trovata un lavoro in un calzaturificio, s’era fatta fare un book fotografico da presentare alle agenzie di modelle e in paese si vedeva sempre in giro con l’adorato cagnolino, chiamato Bella, che di recente le avevano regalato i genitori. Il Neumeyer però non aveva mai accettato di stare senza di lei e il mese scorso era andata a cercarla per convincerla a tornare assieme: lei gli aveva detto di no e lui, disperato, se n’era ripartito da solo per la Germania. La sera di giovedì 3 marzo tornò a bordo di una Volkswagen Golf rosso amaranto noleggiata a Monaco di Baviera, dopo l’ora di cena si presentò a casa sua, le offrì un mazzetto di mimose, la fece salire in auto e mentre girovagavano bevendo birra la pregò di tornare con lui. Lei gli rispose che non ne aveva alcuna intenzione e allora lui, dopo aver parcheggiato in una piazzola di sosta, tirò fuori una Cz 9x21 fabbricata nell’ex Jugoslavia e le sparò tre colpi al petto. Quindi si puntò l’arma al cuore e fece fuoco.
Notte di giovedì 3 marzo in via della Repubblica a Cavino, frazione di San Giorgio delle Pertiche, Padova.
Alberto Savigni detto Bertino, 83 anni. Agricoltore, uomo «all’antica», «autoritario», da quando venti anni fa gli era morta la moglie viveva col figlio Davide, 47 anni, a detta di tutti «mite e tranquillo». L’altro giorno, nella loro cascina a San Cesario (Modena), i due presero a litigare violentemente perché non si mettevano d’accordo su come irrorare i filari dei peri. A un certo punto il vecchio impugnando un attrezzo di ferro urlò al figlio «ti spacco la testa» e allora lui lo spinse contro il muro facendogli sbattere con violenza la testa e subito dopo, vedendolo cadavere in terra, chiamò i carabinieri.
Mattina di mercoledì 2 marzo in un’azienda agricola a San Cesario, Modena.
SUICIDI
Valentino Angeli, 41 anni. Titolare del bar Centrale di Coseano (Udine), ristrutturato e inaugurato lo scorso dicembre, «allegro», «sempre sorridente», appassionato di regate e passeggiate a cavallo, l’altra notte scrisse su Facebook «per tanto tanto tanto tempo non ci sentiremo, spero che mancherò almeno a qualcuno. Voglio bene uno ad uno», e poi si impiccò nel retro del suo locale. A trovarlo cadavere, la mattina dopo all’alba, fu una cameriera. Una lunga lettera, lasciata sul bancone del bar, in cui parla fra l’altro di una delusione sentimentale.
Notte di venerdì 4 marzo nel retrobottega del bar Centrale di Coseano, Udine.
Sisinno Machis, 58 anni. Sardo, piccolo imprenditore specializzato nella costruzione di infissi, in difficoltà economiche a causa della crisi, viveva con la moglie e il figlio diciottenne in una villetta su tre livelli a Villacidro. Poche ore prima che l’ufficiale giudiziario gli notificasse il pignoramento della casa, andò in garage, legò una corda a una trave, l’altro capo se lo girò attorno al collo, e si lasciò penzolare.
Mercoledì 2 marzo in una villetta su tre piani a Villacidro, nel Medio Campidano.
Jessica Scotti, 25 anni. Originaria di Agropoli, in provincia di Salerno, cinque anni fa si era trasferita con la madre a Bologna. Iscritta al corso di Scienze infermieristiche dell’Università, viveva da sola da qualche mese, da quando la madre era andata a lavorare in Svizzera. A detta di amici e parenti «ragazza normale e serena», da qualche tempo appariva giù di corda. L’altra sera, in cucina, mandò giù un bel po’ di candeggina, poi si cosparse il corpo di benzina e con un accendino si diede fuoco. Un biglietto, per chiedere scusa «a tutti quelli che farò soffrire».
Sera di martedì 1° marzo in un appartamento in via Trauzzi, quartiere Pilastro, Bologna.
AMORI
FLIBANSERINA I primi sei mesi del Viagra rosa sono stati un fallimento. Approvato ad agosto 2015 negli Stati Uniti, il flibanserina, studiato per aumentare il piacere sessuale femminile, ha dimostrato di funzionare poco e di avere vari effetti collaterali. Lo ha scritto la rivista Jama Internal Medicine basandosi sugli studi di Loes Jaspers, dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, che ha esaminato in totale 5.914 donne. Il farmaco ha effetti «minimi» sul desiderio: le statistiche parlano di un «episodio sessuale soddisfacente» in più ogni due mesi, rispetto alle donne senza farmaco. Effetti collaterali: vertigini, sonnolenza e nausea (la Repubblica 2/3).
DOLORE Studio dell’University College di Londra e dalla Binghamton University dello Stato di New York su 5.705 persone di 96 nazioni diverse. Le donne soffrono di più quando una relazione finisce, ma una volta passato il dolore riescono a focalizzarsi su nuovi obiettivi con maggiore serenità, al contrario dell’uomo. Secondo la ricerca, su una scala da 1 a 10 il dolore provato da una donna subito dopo una separazione ha un coefficiente di 4,21, contro il 3,75 degli uomini. Spiega Craig Morris, autore principale della ricerca: «Le donne si sono evolute in modo tale da investire in una relazione molto di più di quanto non facciano gli uomini. Una breve storia romantica potrebbe portare a una gravidanza, seguita da lunghi periodi di allattamento: è un investimento biologico importante». Per l’uomo, invece, evoluto nella competizione ad accaparrarsi soprattutto l’attenzione delle donne, la perdita di una partner di qualità non è troppo dolorosa, almeno all’inizio. Ma, aggiunge il ricercatore, «l’uomo proverà una senso di perdita profondo, e lo proverà a lungo, quando realizzerà che deve di nuovo mettersi in gioco, ricominciare da capo per ritrovare quello che ha perduto. O, peggio ancora, quando capirà che quanto è stato perso non è sostituibile» (Gaia Manzini, D - la Repubblica 27/2).
RUMORI Le proteste di alcuni abitanti di Sheffield, in Gran Bretagna, per gli accoppiamenti rumorosi dei tassi (Meles meles). Queste bestie scavano lunghi tunnel nel terreno, fin sotto gli edifici, e predispongono delle camere fatte apposta per l’amore, con giacigli di foglie. Quando si dedicano all’attività amatoria sono molesti: le femmine guaiscono e i maschi lanciano versi tra il nitrito e le fusa del gatto, udibili anche da lontano. A fomentare tanta attività c’è anche il fatto che i tassi si accoppiano per tutto l’anno, dato che le femmine possono conservare gli embrioni e ritardarne per mesi l’impianto nell’utero, rimandando la nascita dei piccoli alle stagioni più favorevoli alla loro sopravvivenza (Patricia Edmonds, National Geographic 3/2016).
ADALIA Le coccinelle nelle stagioni degli amori si accoppiano più volte al giorno, con partner sempre diversi. Il che sta facilitando la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili. Per esempio le coccinelle europee della specie Adalia bipunctata si passano un acaro che si nutre di emolinfa, il loro sangue, e le rende sterili, danneggiando per sempre la struttura delle loro uova. In Polonia l’acaro sta portando l’Adalia bipunctata verso l’estinzione (Lisa Signorile, National Geographic 3/2016).
PROFESSORESSA Il Senato di Portorico ha come presidente del Tribunale supremo di giustizia Maite Oronoz Rodriguez, la prima donna a dichiararsi lesbica e a raggiungere questa carica. Alla cerimonia di insediamento, si è presentata con i genitori e la compagna, una professoressa (Roberto Cotroneo, Sette 4/3).
UNIONI Ad Alessandro Cecchi Paone la legge sulle unioni civili piace. Quando avrebbe voluto, non si è potuto sposare: «Ho vissuto una bella storia con un avvocato israeliano di origine ebrea-americana. Abitavamo a Tel Aviv e nel momento di massimo innamoramento lui si è offerto di sposarmi a New York, e sarei anche diventato cittadino statunitense, oppure in Israele, e in pochi anni avrei ottenuto la cittadinanza e la possibilità di adozione. In cambio non ho potuto offrirgli niente. Due a zero per lui». Si sono lasciati (Mattia Feltri, La Stampa 28/2).
LANZICHENECCHI Durante il sacco di Roma, nel 1527, i lanzichenecchi misero a ferro e fuoco la città e violentarono uomini e donne. I maschi violentati li definirono «feroci». Nel tempo, per contrazione, la parola divenne «froci» (Massimiliano Parente, il Giornale 3/3).


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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