La minorenne che ha accoltellato la figlia appena nata e il seno flaccido di Mata Hari

Redazione

    Delitti

     

    Luisa Barbieri, 80 anni. Di Tirrenia (Pisa), di recente le era stata diagnosticata una gravissima malattia. Il marito Renato Vuillermin, 80 anni pure lui, sconvolto dalla notizia, s’era fatto ogni giorno più depresso. L’altro pomeriggio scrisse un biglietto d’addio per i parenti, prese la sua pistola di piccolo calibro e sparò un colpo nella testa della consorte. Quindi si puntò l’arma alla tempia e fece fuoco.
    Tardo pomeriggio di lunedì 30 novembre in una casa a Tirrenia, Pisa.

     

    Rita Fossaceca, 51 anni. Originaria di Trivento, in provincia di Campobasso, medico radiologo all’ospedale maggiore della Carità di Novara, da anni volontaria di For Life Onlus nell’orfanotrofio di Mijomboni, vicino Malindi, in Kenya. «Generosa, umana, piena di entusiasmo», faceva di tutto per migliorare le difficili condizioni di quell’angolo d’Africa e qualche giorno fa, sul suo «diario di viaggio» sul sito di For Life Onlus, aveva scritto tutta contenta: «La mucca è incinta e tra tre mesi avremo anche un vitellino e finalmente il latte per il villaggio». Il pomeriggio di sabato 28 novembre, visto che il giorno dopo sarebbe ripartita per l’Italia, nella villa che ospitava i volontari organizzò una festicciola  a cui parteciparono, oltre ai bambini dell’orfanotrofio, i suoi genitori, Giovanni e Michelina, lo zio don Luigi, e due infermiere. Alle 19,30 – i bambini erano appena andati via – stavano cenando in veranda quando fecero irruzione sei uomini armati che volevano soldi e gioielli: buttarono tutti sul pavimento, li picchiarono, gli strapparono di dosso anelli e catene. A un certo punto uno dei sei minacciò la mamma della Fossaceca con un machete, lei si mise in mezzo per difenderla e si beccò un proiettile nel petto. I sei, tutti arrestati. Tra loro il cuoco, il lavandaio e il giardiniere della villa.
    Alle 19.30 di sabato 28 novembre a Mijomboni, in Kenya.

     

    Valentino Saba, 64 anni. Nato e residente a Martis, provincia di Sassari, una lunga serie di precedenti che lo avevano portato anche in carcere, di continuo litigava con l’allevatore Gavino Addis, 52 anni. L’altra notte si intrufolò nella sua azienda per rubare o danneggiare qualcosa, l’altro lo sorprese e afferrata una spranga gliela suonò su cranio e torace finché non smise di respirare.
    Notte di mercoledì 2 dicembre in un’azienda in località Fransiscu Crappinu a Martis, Sassari.

     

    Una neonata, figlia di una diciassettenne dell’Alta Padovana, che l’aveva concepita col fidanzatino diciottenne, non la voleva, e aveva nascosto la gravidanza ai genitori. Incinta di sette mesi, la notte di mercoledì 18 novembre scorso, mentre i suoi dormivano, andò in bagno, si procurò il parto con un farmaco anti ulcera che le aveva procurato il fidanzato in una farmacia di Milano e subito dopo prese un coltello da cucina e infilò la lama più volte nella pancia e nella testa della piccola. Poi chiuse la neonata in una busta di plastica, ripulì tutto, come nulla fosse andò a dormire e il giorno dopo, col fidanzato, seppellì il cadaverino in un campo. Smascherata da un’emorragia che la costrinse ad andare in ospedale, arrestata mercoledì 2 dicembre per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Il fidanzato, indagato per l’occultamento del cadavere e per aver aiutato la ragazza ad avere i farmaci per l’aborto.
    Mercoledì 18 novembre nel Padovano.

     

    Suicidi

     

    Leone Cian, 64 anni. Insegnante in pensione di Domegge di Cadore (Belluno), solitario e schivo, qualche tempo fa aveva scoperto d’avere un male incurabile. In più l’anno scorso era morta la madre Zaira, con cui condivideva ogni istante della sua esistenza: i due se ne stavano chiusi, da soli, tutto il giorno in casa. Sabato 28 novembre accoltellò i suoi adorati cani e andò in Svizzera per l’eutanasia.
    Sabato 28 novembre in Svizzera.

     

    Un uomo di 50 anni. Vigile del fuoco a Oristano, da qualche tempo appariva sempre più depresso. L’altra mattina partecipò ai festeggiamenti della patrona dei pompieri, santa Barbara, poi raggiunse la scogliera di Capo Mannu e si buttò di sotto.
    Tarda mattinata di venerdì 4 dicembre a Oristano.

     

    Un uomo di 69 anni. Siciliano, quattro anni fa era arrivato a Prato e siccome non possedeva nulla la curia l’aveva accolto in un alloggio della parrocchia di san Francesco. Lui, in cambio, faceva da custode e sacrestano. Da un paio d’anni la curia gli diceva che doveva lasciare l’appartamento perché c’era da ristrutturare una parte del complesso parrocchiale. Lui non ne voleva sapere e allora, giorni fa, gli avevano fatto scrivere dall’avvocato. Ricevuta la lettera, l’uomo prese una corda, la legò al cancello del chiostro, l’altro capo se lo girò attorno al collo, e si lasciò penzolare.
    All’alba di martedì 1° dicembre nel chiostro della chiesa di San Francesco a Prato.

     

    Amori
     

    KEGEL Vagina Days, incontri per insegnare alle donne a prendersi cura del loro organo genitale: per migliorare l’attività sessuale e per prevenire alcune patologie come l’incontinenza urinaria e il prolasso muscolare. A ideare le conferenze (la prima gratuita, le altre quattro a pagamento per 80 euro complessivi, o 25 euro ciascuna) è il sito specializzato in sex toys MySecretCase, mentre a condurli sarà l’ostetrica e blogger Violeta Benini. Slogan: «Non conoscere la propria vagina è come non essersi mai guardate allo specchio». Il primo appuntamento è per il 13 dicembre a Milano: tre ore a fare gli esercizi di Kegel (contrazioni volontarie per rafforzare le pelvi) (T.M., l’Espresso 4/12).

     

    COSTUME Il punto debole di Mata Hari: il seno. Per quanto scoperta potesse danzare, non toglieva mai il reggiseno. Impietoso il commento del pittore Guillaumet per il quale, a Parigi, aveva posato per guadagnare qualche soldo: «Troppo flaccido e pendulo. Vai bene come modella, ma solo in costume» (Stenio Solinas, il Giornale 2/12).

     

    CELINE Scrive Giuseppe Scaraffia nel libro Gli ultimi giorni di Mata Hari (Utet) che nel 1915 la spia, negli uffici londinesi del Consolato di Francia dov’era andata per chiedere un visto, conobbe Louis Déstouches, 21 anni, poi famoso come Céline. Lì il futuro scrittore era distaccato come militare. Secondo Fréderic Vitoux, che cita come fonte Lucette Almansor, vedova di Céline, a seguire ci fu una relazione erotica non particolarmente rimarchevole (ibidem).

     

    PIAF Marcel Cerdan, figlio di un macellaio che lo educava a cinghiate, a 8 anni salì su un ring. Diventò campione mondiale di boxe. Sposato e padre di due figli (il terzo sarebbe nato a ottobre del 1949), corteggiato da molte donne, il 14 gennaio 1948 al club Le Versailles di New York conobbe Édith Piaf, piccola e ossuta, che si esibiva lì. Cenarono insieme e si innamorarono subito. Costretti dai loro impegni a stare spesso lontani, si scrivevano lettere piene di passione. Appena potevano, sopportavano lunghi viaggi pur di stare insieme. A ottobre 1949 la Piaf era a New York, Cerdan a Parigi dove si preparava per un incontro contro Jake LaMotta, programmato per il 2 dicembre al Madison Square Garden di New York. Gli innamorati avevano programmato una vacanza insieme dopo quella data. La sera del 25 ottobre, non sopportando più la lontananza, Piaf chiese a Cerdan di raggiungerla: «Mi sento morire senza di te». Lui accettò subito: «Prenoto la nave e ti raggiungo. Continuerò gli allenamenti a New York». Per ridurre l’attesa, quella gli consigliò di prendere un aereo. Due giorni dopo, il 27 ottobre, il pugile salì su un Lockheed Constellation, per il volo F-Bazn Parigi-New York della Air France. Nel corso della notte tra il 27 e il 28 ottobre, l’aereo si schiantò contro una montagna dell’isola di São Miguel nell’arcipelago delle Azzorre. Non ci furono sopravvissuti. Al mattino, quando le venne riferita la notizia, Piaf proruppe in un urlo: «È tutta colpa mia». Ma la sera volle comunque mantenere l’impegno del contratto: «Canterò per lui». Mentre interpretava Hymne à l’amour, dopo le parole: «Se un giorno la vita ti strapperà a me...», cadde a terra svenuta. Negli anni seguenti la Piaf non ebbe altri grandi amori e volle prendersi cura della moglie e dei figli del pugile, che continuò a cercare nelle sedute spiritiche (Renzo Allegri, Chi 2/12).

     

    DEEN James Deen, attore porno che, secondo il Washington Post, è stato capace di riscattare l’industria dei film per adulti dall’immagine classica di mondo di «brutti, sporchi e cattivi». Adesso l’ex fidanzata e collega Stoya lo accusa di stupro: «Mi ha tenuta ferma e ha abusato di me nonostante gli avessi detto no, l’avessi fermato, e usato la mia “parola di sicurezza”». Subito si sono fatte avanti altre due attrici hard, Tori Lux e Ashley Fires, a confermare di essere state violentate anche loro, mentre l’attrice Joanna Angel lo ha definito «la persona peggiore che abbia mai incontrato». La casa di produzione cinematografica Kink ha annunciato la fine della collaborazione professionale con Deen, così pure la direttrice della rivista online The Frisky, su cui l’attore teneva una rubrica di consigli sessuali (Serena Danna, Corriere della Sera 2/12).

     

    MAX È nata Max, la figlia di Mark Zuckerberg. Il papà e la mamma hanno voluto scriverle una lettera pubblica: «Non troviamo ancora le parole per dirti fino a che punto la tua nascita ci dà speranza per il futuro». Tale lettera, dopo le prime riflessioni intime, annuncia la promessa di destinare ad attività filantropiche il 99% delle loro azioni Facebook (45 miliardi di dollari oggi) (Massimo Gaggi, Corriere della Sera 2/12).

     

    CASINI Azzurra Caltagirone e Pier Ferdinando Casini si separano. La decisione arriva di comune accordo e dopo lunga riflessione. Insieme hanno due figli (Caterina e Francesco). Per Casini era il secondo matrimonio: dal primo, con Roberta Lubich nei primi anni Ottanta, nacquero Maria Carolina e Benedetta. La prima separazione arrivò nel 1998 (Paolo Conti, Corriere della Sera 5/12).