Sergey Brin, cofondatore di Google

L'uomo che ha accoltellato moglie e suocera. I coniugi che hanno ucciso a sassate l'amante di lei

Redazione

    Delitti
     

    Mario Guidotto, 51 anni. Ex calciatore del Foligno, sposato e padre di una ragazza, col fratello Nicola, 59 anni, sposato e padre pure lui, aveva a Viareggio un ristorante, Il mezzo marinaio, la cui gestione li faceva litigare di continuo. Tanto che Mario, intenzionato a sganciarsi dal fratello, lo scorso aprile aveva aperto pure un altro ristorante, Il capitano. L’altra sera, dopo l’ennesima discussione davanti al locale, Mario disse ai camerieri «d’ora in poi ve la caverete da soli» e fece per andarsene a bordo della sua vespa ma Nicola, tirata fuori una pistola, gli sparò un colpo alla testa e uno alla schiena.
    Alle 19 di sabato 20 giugno in via Salvatori a Viareggio, Lucca.

     

    Antonia Labella, 53 anni, e Antonia Cicciù, 83. Di Reggio Calabria, rispettivamente moglie e suocera di Pasquale Laurendi, 55 anni, malato di mente, interdetto, in cura presso uno psichiatra. I tre, che litigavano di continuo, vivevano nella stessa casa popolare su due piani assieme ai due figli della coppia. Lunedì notte, i figli a dormire da amici, il Laurendi prese un coltello da cucina, raggiunse la consorte che ronfava nel lettone coniugale, e le infilò la lama venti volte in tutto il corpo. La vecchia, svegliata dalle urla della figlia e corsa a vedere cosa stesse succedendo, si beccò altrettante coltellate nel petto e s’accasciò in corridoio in una pozza di sangue. Infine il Laurendi, dopo aver colpito più volte le teste dei cadaveri con un candelabro, montò in auto intenzionato a recarsi da suo fratello, ma fu bloccato dalla polizia.
    Verso le due di notte di lunedì 22 giugno in una casa popolare nella zona sud di Reggio Calabria.

     

    Nicola Lombardo, 44 anni. Di Palermo, sposato e padre, l’altro giorno era al lavoro nella sua pompa di benzina quando l’imprenditore Mario Di Fiore, 63 anni, padre di quattro figli e nonno di dieci nipotini, si fermò a fare il pieno prima di andare a trovare una figlia. Siccome secondo i suoi calcoli il benzinaio gli aveva fatto pagare sette euro di troppo, tirata fuori una 7,65 gli sparò un colpo dritto in pancia.
    Pomeriggio di sabato 21 giugno al distributore Esso di piazza Lolli, Palermo.

     

    Vito Lombardo, 47 anni. Originario di Caserta ma residente da vent’anni in provincia di Treviso, disoccupato, precedenti per reati contro il patrimonio, un anno fa aveva lasciato la moglie infermiera, da cui aveva avuto un figlio, perché si era invaghito di una Vania Lazzarato di anni 42. Quindi aveva accolto a casa la nuova compagna e le sue tre figlie. Nella stessa casa, però, si presentava spesso, talvolta rimanendoci a dormire, il di lei marito Amedeo Bonan, 53 anni. La convivenza causava Tra i due uomini litigi continui con minacce e botte. Vito non sopportava più la presenza di Amedeo e voleva che tutta la famiglia lasciasse la sua abitazione, tanto più che Vera intendeva mollarlo perché s’era incapricciata di un altro ancora. Martedì sera, dopo l’ennesima discussione, i due coniugi con una scusa condussero il Lombardo a Fontane di Villorba, in una zona immersa nel verde, tra campi di pannocchie, vecchie case contadine e rare villette basse, e lì gli sfondarono il cranio a colpi di pietra e di mattarello (quest’ultimo la donna se l’era portato appositamente da casa). Quindi gettarono il cadavere in un canale tra due campi e se ne andarono via. Il corpo, trovato due giorni dopo nell’acqua da un operaio che falciava il fossato.
    Sera di martedì 16 giugno a Borgo Capriolo, a due chilometri da Treviso.

     

    Suicidi

     

    Egidio Maschio, 73 anni. Padovano, insieme al fratello Giorgio nel 1964 si era inventato la «casetta delle frese» nella stalla di casa sua. Quell’esperimento, in 51 anni di attività, era diventato il Gruppo Maschio Gaspardo, che produce macchinari agricoli: 2.000 operai, 19 stabilimenti. Il fatturato dell’azienda dal 2009 al 2014 era quasi passato da 118 a 324 milioni, ma qualche segno la crisi lo aveva lasciato: un accordo integrativo coi lavoratori, tre anni fa, in cui gli operai avevano rinunciato agli aumenti, una vertenza sindacale su 17 esuberi appena conclusa col ricorso ai contratti di solidarietà, e soprattutto un esposto con le banche che aveva superato 100 milioni di euro. Però per Egidio Maschio erano diventate regola le donazioni a enti benefici e carabinieri, le visite in parrocchia, le assunzioni di padri disperati o appena salvati dal suicidio. All’alba di ieri, come tutte le mattine, il signor Maschio arrivò con la sua Mercedes allo stabilimento di Cadoneghe. Salutò come sempre il custode. Scese dall’auto con il suo fucile da caccia. Entrò in ufficio, chiuse la porta, appoggiò l’arma sul davanzale della finestra, con la canna puntata al petto. Con l’aiuto di un righello tirò il grilletto. Un solo colpo gli spaccò il cuore.
    Poco dopo le sei di mercoledì 24 giugno, in via Einstein a Cadoneghe, Padova.

     

    Amori

     

    CINA Aiuti economici per le coppie miste in Cina. In particolare, si cerca di promuovere l’incontro tra l’etnia han e le minoranze. Ogni coppia riceve un bonus di 10.000 yuan (1.400 euro) l’anno, oltre all’assistenza medica e ulteriori benefit per i figli (Simona Verrazzo, Vanity Fair 24/6).

     

    INDIA Anche se in teoria in India non esistono più le caste, i matrimoni tra persone di ranghi diversi sono osteggiati e spesso finiscono nel sangue. Per questo lo Stato dell’Uttar Pradesh offre un incentivo di 50.000 rupie (700 euro) per le unioni inter-casta. In più, le coppie ricevono una medaglia e un certificato (ibidem).

     

    GAZA Vista la difficoltà di sposarsi nella striscia di Gaza, per problemi di scurezza e di soldi, spesso si ricorre a matrimoni di massa. Il più grande è stato quello celebrato di recente nello stadio di Gaza City, dove in contemporanea hanno detto sì 2.000 coppie. L’evento è stato pagato dal governo turco, per un totale di circa 4 milioni di dollari (ibidem).

     

    POSATE «Mi sono sposata tardi e di regali ne ho avuti solo due. Da un amico molto affezionato una gran bella coppa di Murano. Dal mio papà le posate d’argento. Anzi, è stata la mamma a guardarlo e a dirgli: la Franca ha bisogno delle posate. Aveva ragione, in una casa servono sempre. E io che ho vissuto quasi solo negli alberghi ce le ho ancora» (Franca Valeri a Egle Santolini, La Stampa 25/6).

     

    LEMURI Il matriarcato è poco diffuso tra i primati, ma è la norma per quasi tutte le specie di lemuri. Le femmine tolgono il cibo di bocca ai maschi e se una di loro vuole sdraiarsi in un punto occupato da un maschio, le basterà dirigersi verso quello, che si toglierà subito di mezzo. Se un maschio la disturba, la femmina può spintonarlo, dargli una zampata o strappargli il pelo. Nel periodo dell’accoppiamento, sono le femmine a decidere con quali e quanti maschi farlo (Patricia Edmonds, National Geographic 6/2015).

     

    CALABRONI Tra i calabroni comandano le femmine, che sono più grandi, più belle e più intelligenti dei maschi. La regina si sveglia dal letargo a primavera e depone le uova. Inizia a preparare il nido, masticando legno con cui costruisce le cellette. Le prime uova a schiudersi diventano operaie, che da allora si prendono cura della regina: la nutrono, la puliscono, mettono in ordine le uova, sopra le quali la regina spruzza l’ormone della sterilità, così da restare l’unica a riprodursi. Va avanti così per tutta l’estate. In autunno fa nascere prima una covata di maschi e poi smette di spruzzare le uova con l’ormone. Nascono nuove femmine, che si accoppiano subito coi maschi. La regina originaria e tutte le fedeli operaie muoiono. Poco dopo, assolto il loro unico compito, muoiono anche i maschi. Le femmine fecondate sono pronte per diventare nuove regine (Elena Stancanelli, la Repubblica 13/6).

     

    ZOO Donne giapponesi fanno la fila allo zoo di Higashiyama, a Nagoya, davanti alla gabbia di Shabani, gorilla maschio di 18 anni. Lo chiamano e lo assediano sperando che si volti verso di loro. Motivo: ha uno sguardo magnetico (Corriere.it 26/6).

     

    DIVORZIO/1 Sergey Brin, cofondatore di Google, patrimonio stimato in trenta miliardi di dollari, ha divorziato da Anne Wojcicki, biologa e fondatrice della società 23andMe che distribuisce test genetici. Causa della rottura, la relazione con l’impiegata di Google Amanda Rosenberg, che Brin ha iniziato due anni e mezzo fa e scoperta dalla moglie attraverso uno scambio di mail. Brin e Wojcicki, quarantenni, si erano sposati nel 2007 e hanno avuto due figli. Comunque la relazione tra Brin e Rosenberg è già terminata (Corriere.it 25/6).

     

    DIVORZIO/2 Tra un mese in Gran Bretagna entrerà in vigore una nuova normativa che renderà sempre più facile il divorzio. Infatti le separazioni avverranno davanti a un amministratore locale e non più davanti a un giudice. Per ultimare un divorzio, non serviranno più trentatré settimane ma al massimo 48 ore o anche meno. Oltre ai tempi, saranno ridotti anche i costi: adesso le spese legali per un divorzio consensuale si aggirano intorno a 410 sterline, ma il prezzo potrebbe essere ridotto della metà. Sono circa centoventimla le coppie che ogni anno divorziano in Gran Bretagna (Elisabetta Del Soldato, Avvenire 24/6).