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Viaggio al Centro Conservazione Restauro Venaria Reale, dove ci si prende cura della Storia
Nove laboratori specializzati in cui si interviene sulle opere, ma anche laboratori scientifici (con tanto di radio-tomografo per le Tac), una Scuola d'alta formazione e un archivio ricco di documenti. Una realtà ventennale, che fa suo il motto: prevenire è meglio che curare
Nel 2025 il Centro Conservazione Restauro la Venaria Reale, a pochi chilometri da Torino, ha compiuto vent’anni. Sono nove i laboratori per la conservazione e il restauro in cui si articola il centro. I pazienti, se vogliamo chiamarli così, vanno dalle sculture lignee ai dipinti, dai metalli fino all’arte contemporanea, passando per la carta e la fotografia, i tessuti, gli arazzi, i cuoi, i tappeti; e, ancora, i metalli, la ceramica, il vetro.
Conservazione e restauro: alla Venaria Reale sono due concetti che si vogliono tenere strettamente correlati. La filosofia è quella che è alla base della medicina: prevenire è meglio che curare. Una delle attività principali del centro è prevedere le cause che possono mettere a repentaglio i manufatti, come gli agenti atmosferici, ma non solo, e intervenire tempestivamente attraverso un’attenta opera di manutenzione.
Oltre ai laboratori di restauro, il centro ospita dei laboratori scientifici all’avanguardia il cui fiore all’occhiello è un apparato radio-tomografico che permette di realizzare radiografie digitali e tomografie computerizzate, le Tac, su manufatti alti fino a due metri. Durante la nostra visita al centro, il “paziente” era un Buddha risalente a un periodo compreso fra il sedicesimo e il diciottesimo secolo.
Insomma, al giorno d’oggi il restauratore non può essere soltanto un artigiano, ma in un certo modo, uno scienziato e uno storico dell’arte insieme. Senza, però, perdere la capacità di intervenire con le proprie mani. Marco Demmelbauer, responsabile del Laboratorio ceramica, metalli e vetri, lo sintetizza così: “Un restauratore deve avere moltissime competenze. Sia a livello teorico: deve conoscere storia dell’arte, archeologia, ma anche chimica, fisica, biologia. E poi moltissima manualità, quindi conoscere tutte le tecniche esecutive, i materiali costitutivi, per poter mettere le mani su opere originali senza fare danni”.
Ed è questo che si insegna alla Venaria Reale. Sì, perché il centro non è soltanto un luogo in cui si conservano e restaurano le opere del passato, ma anche una Scuola di Alta Formazione. In convenzione con l’Università degli Studi di Torino, la scuola partecipa all’organizzazione del Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Né si può tralasciare il ricco patrimonio di documenti che è ospitato nei suoi archivi.
“La missione del centro è prendersi cura della Storia - ci spiega il presidente, Alfonso Frugis - perché quando un’opera d’arte, un manufatto, arriva all’interno della nostra fondazione noi svolgiamo soprattutto un impegno etico, culturale: prendersi cura della Storia vuol dire essere un po’ un ponte, un tramite fra l’epoca da cui quel manufatto arriva e le generazioni future a cui noi lasceremo comunque un ricordo”.