
Screenshot dal canale Youtube di okgiorgio
Musica da cameretta
Le parole svaniscono e il ritmo aumenta, ecco la “presa bene” di okgiorgio
E' una musica mozzafiato per ballare ad altissimo voltaggio e velocità massima, con una cassa che batte il ritmo degli pneumatici di un bolide in autostrada. Un tempo forse l’avrebbero battezzata hi-energy supervitaminizzata
Avete presente come diceva quello? Se “avete il ritmo nel sangue” adesso c’è in giro un tipo che è pane per i vostri denti. Non fatevi ingannare dalle apparenze e dalle prime informazioni: si chiama Giorgio Pesenti, nato e residente a Bergamo, città da cui non desidera staccarsi perché è tranquilla, vicina a Milano e ideale per concentrarsi sul lavoro. Se guardate le sue foto le perplessità si accresceranno: ha un’aria da nerd, una faccia normale, i capelli appena un po’ lunghetti e ben pettinati e dimostra più dei suoi neanche trent’anni. Si è fatto musicalmente le ossa con un gruppo che non ha fatto molta strada, gli Iside, poi si è messo in proprio e si è dato un nome apparentemente stupido: okgiorgio (scritto minuscolo per amore di minimalismo). A questo punto potete mettere da parte le perplessità: okgiorgio è stato una delle pochissime cose nuove e apprezzate dell’estate appena conclusa, ha suonato dappertutto e ovunque ha raccolto successoni.
Nel frattempo è stato chiamato a collaborare da un sacco di colleghi che hanno intravisto le sue potenzialità: i concittadini Pinguini Tattici Nucleari, Loredana Bertè, Carl Brave e Fulminacci. E adesso macina dj set e concerti e pubblica singoli a ripetizione. No, non fa album, quella è una metrica che non gli appartiene, anacronistica per il suo modo di vedere la musica e di produrla. Volete sapere qualche suo titolo? Tenetevi forte: “ok :)”, “okokok”, l’Ep “ok?” e anche “scs” (si legge “scusa”) che ha realizzato con uno che fa cose simili alle sue, Crookers, all’anagrafe Francesco Barbaglia da Milano. Ma okgiorgio che fa? Un tempo forse l’avrebbero battezzata hi-energy supervitaminizzata, ma per lui invece è stata inventata una sigla ad hoc: la “presa bene”, musica mozzafiato per ballare ad altissimo voltaggio e velocità massima, con una cassa che batte il ritmo dei pneumatici di un bolide in autostrada. E se volete termini di paragone, le cose più spinte di Cosmo, oppure una versione accelerata di Fred Again. Ma è vero che sono cose che si fanno prendere bene, hanno effetti contagiosi e perfino un pendant pop, fatto di coloriture e variazioni che popolano la sua macchina ritmica, con richiami etnici, talvolta esotici, vocine che paiono prelevate da un vocale di Whatsapp, vibrazioni sempre positive. Non è poco di questi tempi e infatti i live show di okgiorgio sbancano nei club di tutta la penisola e la sua specialità sono i remix dei suoi stessi brani realizzati direttamente dal vivo, improvvisati, colorati dai sintetizzatori che porta con sé e con l’aiuto di qualche collaboratore.
Avvicinatevi ai suoi pezzi se vi piacciono la techno e la acid, in una declinazione sorridente e senza le ricorrenti tetraggini. Il bello è che quello creato da okgiorgio e dalla sua “presa bene” è classica musica da cameretta, di quelle che si allestiscono di notte con un computer, una buona scheda audio e software dedicati, quasi sempre ad opera di produttori solitari e anonimi, ma che poi invece esplode come suono di condivisione e show da godersi nella dimensione live, magari in una discoteca di provincia piena fino a scoppiare. Arrivano a latere alcuni ragionamenti: mentre è in calo la sbornia della trap, mentre il rap è piuttosto alle corde e dagli autori non ci arrivano segni di vita degni di nota, un suono come quello di okgiorgio e dei colleghi produttori che si muovono nelle sue vicinanze, è quello adatto a una temperie, soprattutto giovanile, come quella del presente? Non può essere un caso che, in territori musicali anche diversi, le migliori novità emerse di recente dal nostro panorama siano intestate a gruppi – in molti casi tecnicamente preparatissimi – dediti quasi esclusivamente alla scrittura strumentale, e pensiamo a formazioni come Il mago del Gelato, C’mon Tigre, Delicatoni, Le Feste Antonacci. Oppure, appunto, che ci si butti a capofitto nel delirio ritmico di okgiorgio, una specie di sauna per le orecchie, un divieto all’immobilità. Una musica italiana che, dopo aver parlato tanto, rimato, imperversato a ragione o a vanvera, ora sospende il discorso, si mette zitta, invita all’esercizio fisico, trasuda proiezioni immaginarie. Musica per tempi difficili, confusionari, nebbiosi. In attesa che qualche idea, qualche ideale, qualche rinnovato orizzonte riproponga argomenti, discorsi, voglia di dirsi, l’un l’altro, qualcosa che abbia un senso.