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L'orazione

Quel delinquente cattolico di Carmelo Bene e la sua terra da salvare dai turisti

Camillo Langone

Invitato da Pietrangelo Buttafuoco a Otranto, ho pronunciato un'orazione a San Giuseppe da Copertino in onore Carmelo Bene. Ho pregato il suo santo preferito per abbreviargli l'eventuale Purgatorio e per diffondere urbi et orbi il suo lascito più prezioso 

"San Giuseppe da Copertino, dalla città degli ottocento martiri, ti parlo del chierichetto delle duemila messe”. E’ cominciata così, sul porto di Otranto, la mia orazione a san Giuseppe da Copertino dedicata a Carmelo Bene, appunto il chierichetto delle duemila messe, servite a partire dai tre o quattro anni nelle chiese barocche di Campi Salentina e da considerarsi premesse segrete del suo futuro teatro. La colpa di siffatta concione non è mia ma di Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, che mi ha convocato per questo evento beniano facendomi un dispetto perché la Terra d’Otranto dalla Terra di Bari dove mi trovavo a oziare è lontanissima. Solo i turisti possono immaginare la Puglia una: la Puglia è lunghissima e divisa in parti tre. “E dico Terra d’Otranto e non Salento perché anche Carmelo preferiva così, la denominazione pre-1927, la denominazione prefascista e preturistica, la denominazione borbonica e asburgica...”.

Altra colpa di Buttafuoco è aver parlato prima di me interamente a braccio. E non aveva nemmeno gli occhiali smart che, nei miei sogni di oratore svogliato, proietteranno (o magari già lo fanno) le parole sulle lenti. Mi ha messo in difficoltà perché per me parlare a braccio a lungo è inconcepibile, non sono un attore, se devo dire qualcosa di importante leggo, tale e quale a Papa Prevost, e così non sbaglio. Leggeva anche il mio oratore di riferimento, André Malraux. L’Orazione di Otranto mi ha fornito l’occasione di studiare, attività che preferisco al viaggiare, e dunque di approfondire al contempo Bene e Malraux, delinquente internazionale e ministro della cultura francese, oratore potentissimo e retoricissimo (guardare su YouTube l’omaggio a Jean Moulin pronunciato al Pantheon davanti a De Gaulle).


Delinquente, a Otranto, è apparso anche Carmelo Bene, essendo l’immagine della giornata una foto di lui giovane con la croce al collo e il coltello in mano, e il culmine della giornata il trasporto a spalla della statua di leccese cartapesta riproducente tale foto. Un delinquente molto cattolico: “Carmelo, il cui nome contiene la devozione mariana, della sua famiglia ovviamente, inizialmente, ma che poi divenne ossessione sua, sua presenza costante: Nostra Signora dei Turchi, Sono Apparso alla Madonna...”.


Insomma ho pregato il suo Santo preferito di abbreviargli l’eventuale Purgatorio e di diffondere urbi et orbi la sua visione, il suo principale lascito che non sono certo le puntate del Maurizio Costanzo Show ma il sud del sud dei Santi. Affinché la sua e nostra terra sia salvata dal turismo, feroce poco meno dei turchi che a Otranto fecero 800 martiri, affinché le spiagge siano lasciate alle foche monache (“nel sud del sud dei Santi anche le foche sono religiose”) e le città alle processioni, alle luminarie, ai fuochi artificiali delle feste patronali. Infine ho fatto al Santo una richiesta personale, da uomo di poca fede bisognoso di segni: “Prima che muoia fammi vedere un santo che vola”. Perché San Giuseppe da Copertino volava, come la voce di Carmelo.

 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).