orrore e moralismo

Altro che woke, è Stephen King il più censurato nell'America di Trump

Maurizio Stefanini

Con 206 divieti, il re del brivido è l’autore più colpito dai ritiri di libri nelle biblioteche degli Stati Uniti. L'80 per cento dei divieti è concentrato nei feudi trumpiani, dove i libri fanno più paura dei fantasmi

Stephen King fa paura! Non solo nel senso che spaventare i lettori è sicuramente un obiettivo che il popolare scrittore si propone con il contenuto horror dei suoi best-seller, molti dei quali sono stati trasposti in film di altrettanto successo dei libri. Negli Stati Uniti di Trump, eletto anche promettendo una reazione alle censure “woke”, pare che sia lui il primo bersaglio di una censura, questa volta in salsa Maga. Secondo il rapporto annuale di Pen America, sono infatti ben 6.870 le opere che nel corso del 2024-25 sono state ritirate o soggette a restrizioni nelle biblioteche scolastiche americane.

  

Nella maggior parte dei casi, ciò avviene in tre stati che hanno dato all’attuale presidente un plebiscito: il Tennessee, dove il 5 novembre ha preso il 64,19 per cento; il Texas, dove ha avuto il 56,14; e la Florida, dove è arrivato al 56,09. In dettaglio, la Florida ha presentato 2304 istanze di bando, il Texas 1781 e il Tennesse 1622. Assieme arrivano all’80 per 100. Al contrario, stati come Illinois, Maryland e New Jersey presentano tassi di divieti molto bassi, per via di leggi che limitano la capacità delle autorità scolastiche di rimuovere materiali dalle collezioni scolastiche. Il rapporto avverte inoltre che ci sono aree del paese, come Ohio, Oklahoma e Arkansas, in cui l'entità della censura è difficile da determinare a causa della mancanza di trasparenza o di documentazione accessibile sui divieti.

 

Se si valuta la classifica dei singoli libri, il più censurato è “A Clockwork Orange” (in italiano “Arancia meccanica” ) di Anthony Burgess, trasposto al cinema nel film di Stanley Kubrik. Burgess era cattolico e quel romanzo una riflessione sul tema squisitamente teologico del libero arbitrio, ma i contenuti violenti dell'opera continuano evidentemente a fare scandalo. Con 23 bandi, “Arancia meccanica” supera “Breathless” di Jennifer Niven, storia d’amore di una adolescente; e “Sold” di Patricia McCormick, la cui protagonista è una prostituta nepalese 13enne: 20 bandi a testa. Ma, appunto, come lista aggregata dei vari titoli al primo posto come autore si trova Stephen King, con 206 divieti. La situazione influisce sull'accessibilità delle opere letterarie nelle biblioteche scolastiche, con il maggior numero di restrizioni concentrate in pochi stati. Sono appunto Florida, Texas e Tennessee dove sono in vigore leggi che regolano la disponibilità di contenuti bibliografici ritenuti inappropriati dalle autorità scolastiche. Il dato di quest'anno è inferiore al record dell'anno precedente di oltre 10.000 ritiri, ma rimane ben al di sopra dei numeri registrati prima che l'organizzazione iniziasse a raccogliere sistematicamente i casi, il che fornisce un contesto per la recente evoluzione di questo fenomeno.

 

In base ai criteri descritti dall'Associated Press e dal Washington Post, la rimozione dei libri di King è stata una risposta all'attuazione di leggi che vietano ai minori di accedere a testi con allusioni alla sessualità, alla violenza o alla diversità di genere, nonché a temi di razza e discriminazione. “I divieti includono titoli che non compaiono necessariamente negli elenchi statali, ma vengono rimossi a scopo precauzionale dai distretti”, ha spiegato Kasey Meehan, direttrice del programma istituito da Pen America per monitorare il fenomeno. Almeno 87 titoli diversi scritti da King sono stati oggetto di ritiro o restrizioni, inclusi i noti romanzi “Carrie” e “L'ombra dello scorpione”.

  

Pen America basa il suo rapporto su informazioni pubblicate sui media, registri ufficiali dei distretti scolastici e notifiche ricevute attraverso i canali istituzionali. A differenza dell'American Library Association, che considera solo i divieti permanenti, l'approccio di Pen America include anche rimozioni temporanee e restrizioni parziali. Stephana Ferrell, direttrice di Ricerca e Approfondimenti presso il Florida Freedom to Read Project, ha osservato però che il rapporto potrebbe sottostimare la cifra reale, in quanto vi sono state recenti rimozioni che non sono ancora state ampiamente riportate. Entrambe le organizzazioni riconoscono che i dati pubblici non sempre riflettono l'intera gamma di restrizioni implementate nel paese.

  

Il rapporto di Pen America descrive come ragioni principali per la rimozione di libri la presenza di temi associati all'identità di genere, all'orientamento sessuale, al trattamento della diversità razziale, alla menzione di violenza e a passaggi con contenuto sessuale o ritenuti espliciti dalle autorità. I ​​ritiri preventivi di libri, anche in assenza di una denuncia formale, sono aumentati negli ultimi anni scolastici. Secondo il documento, i ritiri dei libri sono giustificati dalla premessa di evitare controversie legali, politiche o comunitarie. “Migliaia di titoli sono stati esclusi in previsione di pressioni da parte del settore sociale o governativo”.

  

La rimozione delle opere di Stephen King e di altri autori dalle biblioteche scolastiche limita l'accesso degli studenti a titoli letterari riconosciuti a livello nazionale. Secondo i dati pubblicati dall'Associated Press, la decisione di ritirare i libri risponde sia alle linee guida statali che alle politiche dei distretti scolastici locali. Le misure possono essere applicate in modo diverso: alcune scuole limitano la disponibilità di determinati corsi, mentre altre rimuovono completamente i titoli interessati da tutte le biblioteche scolastiche. L'analisi rileva inoltre che il Dipartimento della Difesa ha emanato linee guida per la rimozione di diverse centinaia di titoli dalle biblioteche militari per le famiglie dei dipendenti federali, nell'ambito delle misure volte a limitare il materiale relativo alle politiche di Diversità, Equità e Inclusione (Dei) volute dall’Amministrazione Trump.

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