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Nuova uscita

Tra le pietre di Stonehenge, immersi in uno dei più grandi misteri del mondo

Il nuovo romanzo di Ken Follett racconta una storia che ha inizio intorno all’anno 2500 prima dell’era comune e che si apre durante il Rito di Mezza Estate che segna l’inizio di un nuovo anno

Questo brano è tratto dal primo capitolo del romanzo “Il cerchio dei giorni”, da oggi in libreria in contemporanea mondiale (Mondadori, 704 pp., 27 euro). La storia si svolge nell’anno 2500 prima dell’èra comune e si apre durante il Rito di Mezza Estate che segna l’inizio di un nuovo anno, quando le genti dei dintorni si recano al Monumento di Stonehenge per celebrare questo importante momento di incontro e di scambio anche di merci tra le diverse tribù: selci, pelli, cibo… In queste pagine entrano in scena alcuni dei personaggi principali del romanzo: Seft – giovane cavatore di selci di grande inventiva – che arriva alla Grande Pianura con il padre Cog e i fratelli Olf e Cam, violenti e brutali; Neen, la giovane che Seft ha incontrato durante il precedente Rito di Primavera e di cui è innamorato e Joia – la sorella di Neen – che sarà una delle figure centrali della storia, che ha l’ambizioso progetto di costruire un nuovo monumento miracoloso insieme a Seft, assemblato dalle tribù divise della Pianura.


La storia ha inizio intorno all’anno 2500 prima dell’era comune.

Seft avrebbe potuto raccontarle molto altro, però non voleva parlare di quello. “Com’era tuo padre?” le chiese. Lei gli aveva detto che era morto.
“Era adorabile… bello, gentile e intelligente. Ma era anche avventato ed è stato calpestato da una mucca impazzita”.
“Le mucche sono pericolose?” Seft non le disse che lui ne aveva paura.
“Possono esserlo, soprattutto quando hanno i piccoli. E’ meglio stare attenti. Però mio padre non era un tipo prudente”.
Seft non sapeva cosa dire.
“Mi si è spezzato il cuore” aggiunse Neen. “Ho pianto per una settimana intera”.
“Che cosa triste” azzardò lui.
Lei annuì e Seft capì di aver detto la cosa giusta.
“Sono ancora affranta, anche dopo tutti questi anni”.
“E il resto della tua famiglia?”
“Dovresti conoscerli» disse Neen. “Ti va di venire a casa mia?”
“Mi piacerebbe”.
Si allontanarono dal luogo sacro e attraversarono il villaggio. Seft aveva accettato l’invito con entusiasmo, perché era segno che lui a Neen piaceva davvero, ma era preoccupato perché voleva fare buona impressione alla famiglia di lei. Abitavano in un villaggio, si lavavano le scarpe! Lui viveva come un selvaggio, aveva pochi contatti con altre persone. La sua famiglia non si fermava mai a lungo nello stesso posto: costruivano una casupola vicino alla cava in cui stavano lavorando al momento, poi si spostavano e la abbandonavano. Adesso avrebbe dovuto parlare con la madre di Neen, una persona importante. Lei lo avrebbe valutato come possibile padre dei suoi nipoti. Cosa poteva dirle?
Fuori dalla casa della famiglia di Neen, da una pentola posata sulle braci di un fuoco si levava un profumo di carne ed erbe. La donna che mescolava il contenuto della pentola era una versione più anziana di Neen, con rughe intorno agli occhi e ciocche argentee tra i capelli neri. Gli rivolse un sorriso di benvenuto che era proprio come quello della figlia, ma con qualche anno di più.
“Mamma, questo è il mio amico Seft” lo presentò Neen. “E’ un cavatore di selce”.
“Che il Dio del Sole ti sorrida” disse lui.
“Anche a te” disse lei. “Il mio nome è Ani”.
“E questo è il mio fratellino, Han” spiegò Neen.
Seft vide un bambino di otto o nove mezze estati con i capelli chiari, seduto a terra accanto a un cagnolino addormentato. “Che sorrida anche a te” disse, usando la forma abbreviata di saluto.
“Anche a te” rispose Han garbato.

 

Traduzione di Annamaria Raffo
Copyright © 2025 Ken Follett-© 2025 Mondadori Libri S.p.A.

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