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venezia 2025
S'avvia il rito dei saluti e la mondanità trattenuta si sprigiona tutta insieme
La Mostra del cinema di Venezia volge al termine e proprio per salutarsi ci sono le ultime feste. E che feste: è come se se tutta la mondanità di questa edizione si fosse trattenuta per sfogarsi solo all’ultimo
Venezia 82 volge al termine, oggi saranno consegnati i premi e da domenica tutto sarà finito. Ma già da 48 ore è iniziato il rito dei saluti di chi se ne va, di chi non resta fino alla fine, di chi torna a casa a fare le lavatrici. E in queste ultime sere, proprio per salutarsi, ecco le ultime feste, e che feste! E’ come se tutta la mondanità di questa Mostra si fosse trattenuta per sfogarsi solo all’ultimo. La serata per me comincia a una festa molto esclusiva in città, in un palazzo d’epoca sul Canal Grande: la location è da dieci, ma fa un po’ troppo caldo, quindi staziono per lo più sul balcone con vista sulle gondole e i motoscafi. Non sono certo il solo, tutti vengono qui fuori a prendere una boccata d’aria e a lamentarsi un po’ del caldo; un signore recita anche gli immortali versi “non è tanto il caldo, ma l’umidità”, e a quel punto io rientro, preferisco il caldo a chi ne parla. E’ un cocktail party, l’orario è quello dell’aperitivo, ma non c’è il bar: i bicchieri (calici di prosecco, spritz o Negroni) arrivano su dei vassoi portati da camerieri in arrivo dalle cucine, ma questi vassoi sono come i vaporetti per il Lido, uno ogni venti minuti; e come i vaporetti per il Lido, quei vassoi sono presi d’assalto. Inoltre ogni vassoio ha sei bicchieri e basta, finiscono subito e tocca aspettare altri venti minuti. Insomma non è facile riuscire a bere qualcosa: il risultato è che si crea una festa nella festa in un ambiente di passaggio, fra le cucine e il salone vero e proprio, dove almeno puoi intercettare subito un vassoio ancora pieno appena esce.
Quando poi finisci di bere, c’è un altro problema: non ci sono superfici dove poter abbandonare il bicchiere vuoto. Tutto sembra spingerti a tirarlo alle tue spalle nel canale. Mi tocca girare parecchio prima di trovare un tavolino basso a specchio, di quelli che di solito si usano per pippare ma non qui, e abbandonarci il mio calice assieme a quelli vuoti di tutti gli altri. Ogni tanto escono dalle cucine anche delle tartine in miniatura, per sporcarsi i denti – l’assenza di cibo alle feste durante la Mostra resta il grande problema di queste giornate al Lido, dove ti fanno bere a stomaco vuoto e tu l’indomani hai la nausea e la testa che ti gira. Anche alla festa di Armani all’Arsenale la settimana scorsa, quando Re Giorgio era ancora vivo, c’erano solo delle minuscole focaccine. Sarà il ricambio di persone, sarà che la temperatura un poco scende, sarà che dopo il quarto bicchiere tutto sembra migliore, ma la festa pare ingranare; peccato però che passino i dolci (anch’essi lillipuziani), che anche se sono solo le 20.30 è un chiaro svuota pista. E allora taxi in cinque (così lo paghiamo una cifra umana a testa) destinazione Lido, per una seconda festa. Anche qui la lista degli invitati è rigidissima, se il tuo nome non c’è non vi è modo né maniera di entrare, persino la corruzione qua non attacca eppure siamo ancora in Italia. A questa festa i bar sono due e i barman una decina, la gente ha già bevuto altrove quindi arriva più rilassata, qualcuno balla ma il servizio d’ordine ti riprende con severità se la danza si fa troppo esplicita. Per limonare tocca uscire. E’ stato divertente.