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L'inquisizione colorata

Cancellato il premio letterario gay. Tra i candidati c'è il critico del gender

Giulio Meotti

L’inserimento dello scrittore John Boyne nella shortlist del Polari Prize ha provocato il boicottaggio di diversi candidati e giudici. Il suo “crimine intellettuale”? Il suo disaccordo con l’ideologia di genere e il sostegno alla creatrice di Harry Potter, J.K. Rowling

Il Polari Prize, il premio letterario annuale per la letteratura Lgbtq+, quest’anno non sarà assegnato. L’inserimento dello scrittore John Boyne nella shortlist del premio ha provocato il boicottaggio di diversi  candidati e giudici. Il “crimine intellettuale” di Boyne è il suo disaccordo con l’ideologia di genere. Il suo sostegno alla creatrice di Harry Potter, J.K. Rowling, ha reso Boyne persona non grata. Più della metà degli autori nominati quest’anno ha ritirato i propri libri dalla lista e due membri della giuria  si sono dimessi. Una petizione che chiedeva al Polari di rimuovere il libro di Boyne è stata firmata da oltre ottocento scrittori.

Gli organizzatori del Polari, che avevano ricevuto un finanziamento di 64mila sterline dall’Arts Council England, hanno rilasciato tre dichiarazioni. Nella prima,  il 7 agosto, si sono mostrati fermi (o quasi), sottolineando con enfasi che “anche all’interno della nostra comunità a volte possiamo avere posizioni radicalmente diverse su questioni sostanziali”. Nella seconda, l’11 agosto, mentre il bullismo si intensificava, il Polari si è scusato per il “dolore e la rabbia” causati. Poi è arrivata la terza, il 18 agosto, in cui hanno ceduto alla violenza ideologica, annullando il premio di quest’anno e promesso di “fare meglio in futuro”.

Uno dei candidati al premio, Jason Okundaye, ha addirittura affermato di “non essere interessato” ai meriti della scrittura di Boyne, tanto era fuori luogo. Boyne, 54 anni, noto soprattutto per “Il bambino con il pigiama a righe”, ha ricevuto il sostegno della Rowling, che si è intromessa nella controversia con un post su X. “Oh, vaffanculo. Spero che tutti comprino il doppio di libri di John Boyne, perché è brillante e per far incazzare i talebani del genere”. Kate Barker, amministratore della LGB Alliance, ha commentato: “Quest’anno non ci sarà nessun vincitore del Polari Prize, nessuna celebrazione di fantastici autori LGB, nessuna promozione della carriera di nessuno. Tutto perché alcuni attivisti hanno trovato la realtà dell’attrazione per lo stesso sesso, e la sua difesa da parte di un uomo gay, troppo offensiva”. In un articolo sull’Irish Independent del 27 luglio, Boyne ha scritto che la Rowling è stata “messa alla gogna” per la sua posizione.

Ha suggerito che le donne che negli ultimi anni avevano pubblicamente espresso disaccordo con la Rowling fossero “complici della loro stessa cancellazione” e le ha paragonate alla moglie di un comandante nel regime patriarcale di “The Handmaid’s Tale”, che è “pronta a immobilizzare un’ancella mentre il marito la violenta”. “I critici della Rowling affermano che è transfobica, il più grande peccato del nostro tempo, e usano la solita noiosa iperbole per demonizzarla”, ha scritto Boyne. Dopo la cancellazione del premio, Boyne ha chiarito la sua visione sul Telegraph: “Si suggerisce che gay e lesbiche che non si conformano a una specifica ideologia di genere saranno estirpati ed esclusi da future considerazioni”. Un altro autore amico di Boyne dice al Times: “Sono dei pazzi. Vogliono solo distruggere tutto. Terrificante. Come se vivessimo nell’era McCarthy”. Soltanto che stavolta l’inquisizione non è nera né cattolica, ma colorata e inclusiva.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.