Esplorare i sogni

Viaggi, arte e scoperte. Tutto il mondo dentro alla Fondazione Ligabue

Caterina Di Terlizzi

Inti Ligabue, la tenacia nel lucidare il passato e il coraggio che spinge a fare sempre un passo più avanti. Le fonti inesauribili di reazioni che la Fondazione scatena per conoscere noi stessi, attraverso gli altri, fin dalla notte dei tempi

“Ogni incontro è una scintilla per creare nuove collaborazioni e produrre iniziative”. Inti Ligabue, comandante di una nave piena di mondi, descrive così la sua Fondazione Giancarlo Ligabue, nata nel 2016 a Venezia per dar continuità al Centro Studi e Ricerche, fondato nel 1973 dal padre Giancarlo, paleontologo, ricercatore, esploratore e promotore di oltre 130 spedizioni in tutto il globo.

 

Il suo nome porta a viaggiare nella religione Inca, dove Inti era Dio del Sole. “Mia madre era boliviana, quando sono nato mio padre aveva già fatto tre volte il giro del mondo. Fin da piccolo mi portava con sé nelle spedizioni organizzate dal Centro Studi”, ci racconta il presidente, ed elenca le mete famigliari: “Sud America, Africa, Oceania, l’isola di Pasqua, l’Arnhem Land in Australia, la gola di Olduvai in Tanzania, le piramidi Moche in Perù”.

   

Giacca blu e cravatta di seta scura, Ligabue sgrana gli occhi ricordando che “i legami consolidati grazie alla Fondazione sono tanti, profondi e duraturi. Sogni trasformati in imprese, progetti che diventano esplorazioni e racconti trasportati sul piano della comunicazione”. Quando sale sul podio per presentare mostre, conferenze e ricerche nelle grandi sale dei palazzi veneziani, il pubblico è ipnotizzato dall’antica gentilezza che accompagna le sue parole, timbro sicuro, con gli spettatori che seguono attentissimi.

 

Lo si può incontrare mentre accompagna i visitatori, nei saloni veneziani dorati, pieni di stucchi e riccioli. Tanti sono giovani, adolescenti. Anche suo padre Giancarlo giocava con i bambini in visita al Museo di Storia naturale e, per farli felici, tirava fuori dalla tasca denti di dinosauro, sollevando il loro allegro stupore. Tutto per passione: “Le attività didattiche sono uno degli aspetti a cui dedichiamo sempre grande attenzione in tutti i progetti espositivi”, spiega Ligabue. “All’interno delle cinque mostre organizzate e prodotte a Venezia abbiamo realizzato 300 laboratori per bambini e studenti”. Gli argomenti appassionano i giovani e gli incontri sono pensati per un apprendimento facile, creativo e divertente. I ragazzi, davanti ai bastoni dell’Oceania (i "club", immagini di divinità, simboli di autorità e armi) dell’ultima mostra "Potere e Prestigio" sembrano rapiti. Gli oggetti, oltre alla bellezza, raccontano la storia di una civiltà.

    

 

A febbraio arriveranno a Venezia, a Palazzo Loredan, oltre settanta “teste caricate, ritratti grotteschi, caricature della fine del XV secolo fino a quelle del XVIII, che attraverso disegni, incisioni, acqueforti, dipinti e libri a stampa daranno vita alla mostra ‘De Visi Mostruosi’. Dalla 'fantasia insolente' di Giambattista Tiepolo alla 'Testa di Vecchia' attribuita a Leonardo Da Vinci, che sarà esposta per la prima volta”. La Fondazione Ligabue, l’anno venturo, darà il via anche alla mostra “Immagina”. Solo allora si potrà capire davvero, attraverso le immagini, il punto di vista sul mondo dell'organizzazione, a partire dalla nascita del Centro Studi avvenuta nel 1973.

 

Le passioni si fondono. “La vita, l’attività all’aria aperta, le arti, lo sport e l’ambiente: tutte hanno un substrato comune e la spinta che muove tutto è l’amore per la vita in ogni suo aspetto”. Arrampicarsi per ripide pareti delle Dolomiti fino alla cima per cercare una conchiglia fossile e pensare al mare che quella roccia fu. Volare fra il vento del deserto e poi sulle fragorose onde con il kite surf. Snodarsi la cravatta, lasciare i progetti della fondazione per poche ore e salire su una gondola, che al ritmo della vogata fa da culla alle meditazioni.