In Inghilterra si fanno liste di proscrizione contro chi dissente sul gender

Giulio Meotti

Kathleen Stock è una professoressa diventata bersaglio di campagne per farla licenziare: “La mia carriera accademica è finita”. Come lei vignettisti, medici, insegnanti, funzionari pubblici

Kathleen Stock, una professoressa di Filosofia presa di mira dagli attivisti transgender per le sue opinioni sull’identificazione di genere, ha affermato di temere che la sua carriera alla Sussex University sia “effettivamente terminata” dopo che un sindacato universitario, la University and College Union, ha chiesto l’apertura di un’indagine sulla transfobia. Il Sussex ha esortato la direzione dell’università a “prendere una posizione chiara e forte contro la transfobia” e ad avviare un’indagine sulla “transfobia istituzionale”. Questo mentre Stock, che non è transofoba ma piuttosto una femminista classica, veniva assalita da lacrimogeni, picchetti e richieste di licenziamento e le veniva consigliato di andare all’università con una scorta. Sbaglieremmo a pensare che la minaccia a Stock non sia reale.


Un medico inglese è stato licenziato dopo aver detto che il genere è determinato alla nascita. Il dottor David Mackereth aveva lavorato per 26 anni per il servizio sanitario inglese. “Non sto attaccando il movimento transgender”, ha detto Mackereth. “Ma sto difendendo il mio diritto alla libertà di parola e alla libertà di credo. Non dovrei essere obbligato a usare un pronome specifico. Non ho intenzione di turbare nessuno. Ma se questo può portare al licenziamento dei medici, allora come società dobbiamo esaminare dove stiamo andando”. Joan Smith è stata esclusa dal sindaco di Londra Sadiq Khan dalla commissione sulla Violenza sulle donne per avere messo in discussione le linee sul transgender.   

 

Stella Perrett, storica vignettista al Morning Star, il giornale della sinistra operaia inglese, è stata licenziata per un disegno critico della presenza dei transgender nei rifugi per sole donne vittime di violenza. Emma Nicholson è stata cacciata dalla Booker Prize Foundation (che assegna il più prestigioso premio letterario del Regno Unito e che aveva fondato con il marito) e denunciata alla Camera dei Lord, per avere criticato il transgender. La storica e femminista Selina Todd è stata cacciata da una conferenza a un college di Oxford, la sua università, perché critica dell’identità di genere. Sarah Honeychurch dell’Università di Glasgow è stata licenziata come redattrice della rivista accademica Hybrid Pedagogy, dopo avere firmato una lettera di femministe che metteva in dubbio il rapporto delle università con l’ente lgbt Stonewall. E’ stata licenziata dalla casa editrice Working Partners un’autrice di libri per bambini, Gillian Philip, dopo che aveva espresso sostegno alla collega scrittrice J.K. Rowling. Angelos Sofocleous, vicedirettore del giornale universitario Critique, è stato licenziato per avere scritto sui social che “le donne non hanno il pene”. 40 attiviste per la libertà di parola hanno rivelato al Times che dozzine di donne hanno subìto azioni disciplinari sul luogo di lavoro per aver messo in discussione il gender. Bernard Randall è stato cacciato come cappellano dal Trent College per le critiche al programma lgbt  nella sua scuola. E l’amministratrice scolastica Kristie Higgs è stata licenziata  per aver espresso commenti contrari ai programmi transgender. Senza contare uno degli autori della serie “Doctor Who”, Gareth Roberts, che è anche gay,  cacciato dalla Bbc Books  per avere detto di non credere nell’identità di genere: “E’ impossibile per una persona cambiare  sesso biologico”. Ma mi raccomando, la “cancel culture non esiste…”.
 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.