Amadeus, film del 1984 diretto da Miloš Forman, tratto dall'omonima opera teatrale di Peter Shaffer liberamente ispirata alla vita del compositore  

“Puccini razzista”. La cancel culture nel Regno unito se la prende con la musica classica

Giulio Meotti

L’Opera nazionale scozzese, una delle più famose del Regno Unito, terrà una serie di conferenze sull’opera di Puccini del 1900 alla luce del suo “razzismo”. Intanto in Canada si riscrive Mozart

“Stiamo assistendo da alcuni mesi al dilagare di un fenomeno che pervade tutti i paesi occidentali e che si è prefissato l’obiettivo di riscrivere la storia passata”, dirà oggi il medievalista della Sorbona, Rémi Brague, in una conferenza sulla cancel culture al Centro culturale Rosetum di Milano.

La musica classica non poteva superare indenne questa damnatio memoriae. Nel 2007, a poche ore dalla prima di “Madama Butterfly” al Covent Garden di Londra, Roger Parker, il celebre musicologo autore dell’edizione critica della “Tosca”, scrisse che l’opera di Puccini era colonialista e razzista. “Dovremmo intervenire sull’originale tagliandone alcune parti”.  Ora Madama Butterfly sarà “riesaminata” davvero. 

 

L’Opera nazionale scozzese, una delle più famose del Regno Unito, terrà una serie di conferenze sull’opera di Puccini del 1900 alla luce del suo “razzismo”. Lo storico Zareer Masani ha detto che è “sorprendente come persino l’opera sia diventata una scusa per colpire l’Impero britannico”. 

Prima la storia del “musicologo che si è dimesso per protesta contro la cancel culture”, come sintetizza il Telegraph. Paul Harper-Scott, che ha insegnato per quindici anni storia della musica all’Università di Londra, si è dimesso con questa lettera: “I dipartimenti musicali potrebbero smettere di insegnare la musica di Beethoven, Wagner e altri nella convinzione (francamente folle) che così facendo miglioreranno in qualche modo le attuali condizioni delle persone economicamente, socialmente, sessualmente, religiosamente o razzialmente svantaggiate”. Non è una ipotesi. Basta pensare alla recente produzione della Canadian Opera Company del “Ratto dal serraglio” di Mozart, in cui il regista ha pesantemente riscritto il testo del 1782 per combatterne il “razzismo”. Siamo nel paese dove le scuole ora bruciano i libri “razzisti”, come Asterix e Tintin.

Poi il caso della English Touring Opera, che lascerà a casa quattordici musicisti colpevoli di avere la pelle bianca – inclusi molti che suonano con la compagnia da vent’anni – nel tentativo di “aumentare la diversità”. Il direttore, James Conway, ha scritto ai musicisti, dicendo loro che la compagnia "attraversa cambiamenti significativi" che includono "l'aumento di tutti i tipi di diversità nella squadra". 

La celebre violinista Zhang Zhang al Figaro dice: “In nome del progresso giustifichiamo le ingiustizie. A causa dell’etnia, agli artisti della Touring Opera, alcuni dei quali fanno parte dell’ensemble da vent’anni, è stato detto che non avranno più un lavoro. Questa decisione non ha nulla a che fare con la musica, è pura ideologia”. 

Il grande storico inglese Robert Tombs sul Telegraph scrive: “Se riteniamo Locke, Hume e Mozart dei razzisti, civiltà indifferenti ai nostri valori come la Cina e l’islam ci sconfiggeranno”. Fare della cancel culture durante un clash di civiltà non porta molto bene. 

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.