Dal Rinascimento alla Modernità. L'arte in una web serie

Redazione

Dieci appuntamenti online con lo storico dell'arte Claudio Strinati alla scoperta di opere di livello assoluto, per raccontare l'evoluzione artistica nel corso della storia e i suoi protagonisti

Un filo rosso lungo 500 anni, che va dal Rinascimento alla Modernità, nel segno dell'arte e della (ri)scoperta di opere di livello assoluto: "Dieci capolavori in cinque secoli" è il titolo della nuova serie web dedicata ai lavori più importanti della collezione artistica della Fondazione Sorgente. Per raccontare, con un ciclo di divulgazione culturale, l'evoluzione dell'arte nel corso della storia e come è cambiato il senso delle opere.

 

La prima puntata

In cattedra, il professore Claudio Strinati, a cui è affidato il compito di raccontare la bellezza dell'arte e di svelarne i segreti: a partire da Pinturicchio e dalla "Madonna con il bambino benedicente", il quadro protagonista della primo appuntamento della serie. Un'opera che diventa "di universale conoscenza soltanto nel 1945", dopo aver scampato i rischi della guerra, e in cui si ritrova "la caratteristica peculiare del Pinturicchio, il disegno raffinato, fine e delicato". Comincia da qui un viaggio che dalla pittura religiosa del Cinquecento arriva alla rappresentazione femminile del Seicento e poi pittura paesaggistica del Settecento, fino al secolo scorso. L'appuntamento con il professore Strinati, e con le opere della collezione, avrà cadenza quindicinale e le puntate saranno disponibili su You Tube e sulla pagina Facebook della Fondazione Sorgente.

 

“La Madre dell'amore”, la seconda puntata

La seconda tappa di questo viaggio nell'arte ci porta nel Rinascimento, alla scoperta della Madonna con il Bambino, San Giovannino ed Angeli, di Michele Tosino detto Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, uno dei più importanti disegnatori della pittura fiorentina.

Si tratta di un quadro, olio su tavola, di assoluto interesse nell'ambito della cultura artistica religiosa, spirituale, nella quale si ritrovano non solo le influenze stilistiche proprie della città di Firenze, ma anche i tratti dell'iconografia e delle sensibilità che caratterizzarono Raffaello, oltre ai colori che richiamano l'arte di Gaetano Vasari. Un capolavoro che risale alla prima metà del Cinquecento e sembra invitare a una riflessione sulla vita e sul più “vivificante dei sentimenti, l'amore”.
 

 

“La musica dal cielo”, la terza puntata

La terza tappa di questo viaggio nell'arte racconta la musica dal cielo che scaturisce dalla Santa Cecilia con l’organo portatile, un’altra Santa e un putto, opera matura di Giuseppe Cesari, detto Cavalier d’Arpino, eseguita intorno al 1630 nell’ultimo decennio di attività dell’artista.

 

 

"Un attimo prima", il quarto appuntamento

Il quarto appuntamento verso il Novecento ci riporta indietro, al 1600, l'epoca in cui visse Simone Cantarini, il grande pittore pesarese barocco che fu sommo allievo di Guido Reni. Il professor Strinati racconta la "Sofonisba", una delle grandi eroine del teatro rinascimentale barocco, che Cantarini racchiude in un dipinto caratterizzato da "un’altissima introspezione psicologica e uno scandaglio finissimo e raro dell’animo umano".

 

 

"La premonizione" della dea, nel dipinto "Diana cacciatrice" del Guercino: il quinto episodio

Nel quinto appuntamento di “Dieci Capolavori della Fondazione”, Claudio Strinati racconta la celebre "Diana cacciatrice" di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, undipinto realizzato nel 1658.  L'opera raffigura un'immagine intima della dea, che sembra cogliere la vera essenza del mito, l'incontro di Diana con il giovane pastore Emdimione. 

 

Più nel dettaglio, la tela rivela l'attimo in cui la dea, al cui fianco è rappresentato un levriero, arresta la sua corsa e si gira ad ammirare il giovane pastore, come in una sorta di premonizione, come se qualcosa stesse per avvenire. 
 


 

“L’apparente evidenza” della Madonna col Bambino del Sassoferrato: la sesta opera

Cromie nitide e sintetiche, un disegno purissimo, che si arricchisce di una carica emotiva in grado di stupire: la Madonna col Bambino è la sesta opera presentata e raccontata da Claudio Strinati. Un dipinto di Giovanni Battista Salvi (1609-1685), detto il Sassoferrato, in cui emerge tutta l’educazione e la compostezza dei soggetti raffigurati, ma anche dello stesso artista. Qualità che fanno di questo capolavoro un paradigma della pittura seicentesca italiana.

Commuove lo sguardo del Bambino, gentile e sorridente, e la discrezione della Madre. Il garbo, che caratterizza l'opera fino a farne modello di maturità d'espressiva, in cui si fondono  l'uso sapiente delle superfici levigate di colore e la maestria del disegno dal vero.
 

 

“Scena di genere presso la Colonna Traiana”, di Giacomo Van Lint. Il settimo appuntamento

 

Il quadro di Giacomo Van Lint, nato a Roma l’8 febbraio del 1723 e figlio del noto pittore fiammingo Hendrick Frans Van Lint, rappresenta una scena di vita romana, in un momento di agitazione. Nel dipinto, caratterizzato da un timbro cromatico luminoso, orientato alle ore della sera come nella gran parte della produzione dell'autore, si vede infatti una carrozza con cavalli in fuga e un vetturino disarcionato nei pressi della Colonna Traiana, visibile nella sua interezza. Intorno si nota curiosità dei presenti, forse il tentativo di alcuni di provare a fermare la corsa dei cavalli.

“Scena di genere presso la Colonna Traiana”, databile tra il 1760 e il 1770, mette in scena un episodio quotidiano, tuttavia in grado di rivelare molto di più: come spiega il professor Strinati, quasi senza l'osservatore se ne renda conto, il lavoro di Van Lint riporti alle origini della cronaca e del giornalismo, proprio nel periodo in cui in tutta Europa andava affermandosi questa nuova disciplina

 

La “Veduta di Campo Vaccino”. L'ottava puntata

 

L'ottavo appuntamento con i capolavori artistici delle Fondazione Sorgente è un viaggio in uno dei luoghi  più iconici della Roma antica, "Campo Vaccino", ovvero il Foro Repubblicano, centro della politica e dei commerci. Un'opera di Antonio Joli, insigne pittore modenese e grandissimo scenografo nato nel 1700, che esprime in questo quadro tutta la cultura di un’epoca.  Come spiega il professor Strinati, nel dipinto si può osservare la vita moderna, nello spazio antico, senza alcuna contraddizione. Con il Colosseo sullo sfondo, mentre i relitti del passato campeggiano nella scena, in mezzo alle attività agricole e pastorali del quotidiano.

 

Tra arte e storia: "Veduta di Roma sotto la neve". Il nono capolavoro

È una Roma insolita, quella raffigurata da Giovanni Paolo Panini, come sempre accade quando nevica nella Capitale. Uno spunto da cui nasce un dipinto "eccezionale, sia dal punto di vista iconografico sia stilistico", per usare le parole del professor Strinati. "Veduta di Roma sotto la neve", il nono capolavoro della web serie, mostra la gioia e l’entusiasmo di adulti e bambini che giocano a palle di neve e che sembrano animare il dipinto, in un paesaggio urbano imbiancato nel 1730. Nel quadro è possibile ammirare la Chiesa di Santa Maria di Loreto con la sua grande cupola. 

Uno spaccato di cronaca della città settecentesca, un momento unico al punto da rendere il dipinto del Panini qualcosa che trascende anche la stessa arte e diventa al contempo un documento storico imperdibile. 


Dalla poesia alla pittura, La cavallina storna di Giovanni Boldini. La decima opera d'arte
 

Il decimo, e ultimo, appuntamento con le opere d'arte della Fondazione Sorgente ha come protagonista un “Calesse trainato da un cavallo”,  opera di Giovanni Boldini, artista in grado di incarnare lo spirito e l’essenza della Belle Époque. Secondo alcuni studiosi potrebbe raffigurare proprio la poesia di Giovanni Pascoli “La cavallina storna”. 

L’acquarello è firmato e datato 1905, e come spiega  il professor Strinati, potrebbe evocare un fatto di cronaca della Romagna della seconda metà dell’Ottocento: l’omicidio del padre di Pascoli, raccontato nei “Canti di Castelvecchio”, pubblicati nel 1903. Nell dipinto è raffigurato un cavallo che trascina, apparentemente con grande sforzo, un calesse vuoto che rappresenta il patimento dell’animale mentre si fa carico della sofferenza umana.

Un'opera dato di assoluto valore artistico, dalla cui composizione si percepisce anche la profonda meditazione interiore del pittore, che in questa occasione, così come nei suoi ritratti, compone il colore magicamente, in un flusso atmosferico fatto di gocce che inondando l'aria intorno.

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