“Dawkins transofobo”. E gli tolgono il premio Umanista dell'anno

Il celebre biologo contro il “culto transgender”

Giulio Meotti

Università, giornali e istituti di ricerca in tutto il mondo occidentale hanno lodato per anni il biologo evoluzionista. Ora "non merita più di essere onorato"

Per anni, il biologo evoluzionista Richard Dawkins ha goduto del plauso da università, giornali e istituti di ricerca in tutto il mondo occidentale. Ricco di premi e prodigo di onori, Dawkins ha cavalcato l’onda della marea intellettuale del “nuovo ateismo” al suo apice. Da qualche tempo, però, Dawkins è accusato di islamofobia, transfobia e di una serie di altri crimini ideologici. Non fa più notizia quando, come pochi giorni fa, Dawkins ha detto che credere che il corpo di Cristo sia presente nell’ostia è “follia”. Incassa fischi, invece, nelle occasioni in cui critica l’islam, come quando ha detto che “tutto il mondo islamico ha meno premi Nobel del Trinity College di Cambridge”.


Qualche giorno fa, in una lunga intervista al Times, Dawkins, noto anche come “il rottwailer di Charles Darwin”, ha detto che anche se quando incontra una persona transessuale è felice di usare il pronome di sua scelta, si preoccupa di un “culto del transgenderismo” che incoraggia i bambini  piccoli a diventare transgender e a cercare un intervento ormonale o chirurgico. I libri di testo di biologia dovranno essere riscritti per separare il genere dal sesso, ha detto Dawkins. “Usi la parola ‘maschio’ quando sei un biologo nel caso dei mammiferi per chi ha cromosomi XY e ‘femmina’ per i cromosomi XX. Nel caso degli uccelli è il contrario. Non andrai lontano come biologo se inizi a scherzare con generi fluidi e cose del genere. Questa non è biologia”. Poi, su Twitter, Dawkins ha paragonato i trans a Rachel Dolezal, la donna bianca che si è appropriata di un’identità di colore. “Rachel Dolezal è stata denigrata per essersi identificata come nera”, ha scritto Dawkins. “Alcuni uomini scelgono di identificarsi come donne e alcune donne scelgono di identificarsi come uomini. Sarai diffamato se neghi che sono letteralmente ciò in cui si identificano”. Richard Dawkins aveva già difeso Germaine Greer, storica femminista cui è stato impedito di parlare nelle università inglesi. E ha anche messo in dubbio che “una donna trans è una donna”, prima di definirla una questione “semantica”. “Se ti definisci dai cromosomi, non lo sei. Se per autoidentificazione, sì. La chiamerò ‘lei’ per cortesia”. Ora il celebre biologo evoluzionista paga pegno per tanta libertà di pensiero e di espressione. 


Istituito nel 1953, il premio “Umanista dell’anno” viene conferito dall’American Humanist Association, che assegna il blasone a chi è stato un esempio di valori umanisti. E chi meglio di Richard Dawkins, premiato nel 1996? “Purtroppo, negli ultimi anni Richard Dawkins ha accumulato una storia di affermazioni che usano l’apparenza del discorso scientifico per sminuire i gruppi emarginati, un approccio antitetico ai valori umanisti” ha detto ieri l’American Humanist Association. “La sua ultima dichiarazione implica che le identità degli individui transgender siano fraudolente. Di conseguenza, il Consiglio ha concluso che Richard Dawkins non merita più di essere onorato e ha votato per ritirare, con effetto immediato, il premio ‘Umanista dell’anno’ 1996”. 


Dopo aver lottato per una vita contro il cristianesimo, incassando lettori e consensi, ora il celebre biologo si ritrova sulle barricate contro un altro tipo di culto. Piaceva quando rovistava fra i fossili alla ricerca della discendenza scimmiesca dell’uomo. E’  boicottato ora che rovista fra i cromosomi alla ricerca della differenza sessuale. Eresia di un tempo inclusivo.
 

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.