I migliori libri di fotografie del 2020. Dieci proposte per un anno che ci ha fatto vedere di tutto

Luca Fiore

Dieci libri di immagini per un anno che ci ha fatto vedere di tutto. Dieci libri in cui la fotografia è un linguaggio in grado di comporre testi complessi, capaci non solo, e non tanto, di raccontare grandi storie, ma di toccare il fondo delle grandi questioni della vita. Libri veri che non hanno bisogno di un editore italiano che li traduca. Perché parlano una lingua già universale.

  

10. Togliatti. La fabbrica della Fiat

Claudio Giunta e Giovanna Silva. Brossura, 164 pagine, 16,5 x 22 cm. € 24. Humboldt Books

Un libro semplice, classico. Ma molto ben fatto. Un reportage nella città russa di Togliatti, dove a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta la Fiat fu chiamata a costruire la grande fabbrica AutoVaz che, tra il 1970 e il 1976, mise sul mercato oltre tre milioni di auto Zhigulì. Il testo di Claudio Giunta unisce ricordi familiari, lavoro d’archivio ed esperienza sul campo. Le immagini di Giovanna Silva sono rigorose e mai gelide. La presenza umana nel paesaggio urbano è discreta, ma decisiva per levarci la tentazione di guardare questa Russia post-sovietica con la spocchia degli occidentali che hanno capito tutto.

 

9. My Father’s Legs

Sara Perovic. Brossura, 104 pagine, 12,7 x 17,78. € 28. J&L Books

Sara Perovic aveva un padre e un nonno insegnanti di tennis. Quest’ultimo pubblicò, nella Croazia degli anni Ottanta, un manuale che riportava le foto del figlio (il padre dell’autrice) per illustrare le posizioni da assumere sul campo di terra rossa. "Mia madre mi ha detto: 'Mi sono innamorata di tuo padre per le sue bellissime gambe'", con questa frase inizia un bizzarro viaggio che alterna le foto d’epoca del padre e quelle delle gambe del proprio compagno. Le gambe, e solo le gambe, che imitano le posizioni del tennista. "Mio padre era ossessionato dal tennis, che portava la sua attenzione lontano da me", si legge alla fine del libro, che si conclude con la frase: "E ora il padre di mia figlia ha delle gambe bellissime". Le gambe come una sineddoche dell’amato e dell’affetto privato. Attenzione a non liquidarlo come un libro frivolo. Non lo è.

 

8. Alte Vie

Stefano Canetta. Copertina morbida, 40 pagine, 15×20 cm. € 15. Autoprodotto

Un libro autoprodotto in 50 esemplari. Uno ce l’ho io. L’autore raccoglie le immagini scattate durante le camminate sui sentieri della Valle Intrasca e della Valdossola, in Piemonte. Sono fotografie di pendii e ghiaioni, alternate con i volti dipinti nelle cappelle votive sparse per i boschi di quelle zone. Facce consumate dal tempo e dalle intemperie. Ferite, forse anche da qualche colpo di piccone. Dipinti testimoni di una devozione d’altri tempi, che è andata perdendo i suoi connotati come quelle immagini sbiadite. Eppure, non c’è solo sociologia in questa sequenza di immagini. Si scorge una meditazione più esistenziale. Un dramma silenzioso, che vibra nell’animo e nei fischi del vento tra le rocce d’altura.

 

7. Photographs 1965-2014

Michael Schmidt, Copertina rigida, 400 pagine, 24 x 30 cm. € 65. Walther König Verlag

È l’esempio di come andrebbero fatti i cataloghi di fotografia. La mostra è quella sull’opera di Michael Schmidt che sta girando tra l’Hamburger Banhof di Berlino, il Jeu de Paume di Parigi, il Reina Sofia di Madrid e l’Albertina di Vienna (Italia non pervenuta). L’opera del grande fotografo tedesco, scomparso nel 2014, è ripercorsa seguendone la vicenda editoriale, a sottolineare che è quella la pista giusta per comprendere l’evoluzione. Un volume portentoso, con un apparato critico degno di questo nome. Che ci ricorda, tra l’altro, che non tutta la fotografia tedesca si riduce alla pur straordinaria avventura della Scuola di Düsseldorf.

 

 

6. Picture Summer on Kodak Film

Jason Fulford. Copertina rigida, 112 pagine, 21,5 x 28 cm. € 40. Mack

Un gioco colto, quello dell’ultimo libro di Jason Fulford, che produce nell’osservatore uno strano piacere, frutto di una miscela estetica e intellettuale. Non è un caso che, sulla quarta di copertina del libro, sia riportata la frase latina “Et quid amabo nisi quod aenigma est?” (Che cosa dovrei amare se non l’enigma?), la stessa che Giorgio De Chirico mise sulla cornice del suo primo autoritratto del 1911. È una sfida della conoscenza. Interpretata con un’ironia e una leggerezza che a chi è distratto può apparire superficialità. Non lasciamoci distrarre.

 

5. The Station

Chris Killip. Copertina rigida, 80 pagine, 28,5 x 37,5. € 75. Steidl

Chris Killip, morto lo scorso 13 ottobre, è il fotografo più importante che si è portato via questo 2020 insieme a Frank Horvat. Per 24 anni ha insegnato fotografia ad Harvard. Il suo “In Flagrante” è considerato un capolavoro. Il suo ultimo libro nasce dal ritrovamento fortuito di una scatola di provini di un lavoro mai pubblicato. Si tratta delle immagini realizzate a The Station, un club anarco-punk a Gateshead, nel Nord dell’Inghilterra, attivo tra il 1981 e 1985. Killip, con una macchina di grande formato appesa al collo, ferma la rabbia vitale dei giovani inglesi di quegli anni senza congelarne l’energia. Sudore e decibel saltano fuori dalle pagine. Alla fine dello sfoglio ci si sente esausti e liberati, proprio come dopo un concerto punk.

 

4. Pleasant Street

Judith Black. Copertina rigida, 120 pagine, 25 x 25 cm. € 100. Stanley/Barker (Fuori catalogo)

Nel 1979, Judith Black, madre single di quattro figli, si trasferisce a Cambridge (Massachusetts) per iscriversi al Master di fotografia dell’MIT. Capisce in fretta che non avrebbe potuto viaggiare o passare molto tempo per strada per scattare fotografie. Gli impegni universitari e le faccende di casa da sbrigare glielo impedivano. Un diario che ci mostra i figli che diventano giovani adulti. Vediamo l’innocenza dell’infanzia, l’inquietudine dell’adolescenza, le tensioni, la malinconia. Il libro, pubblicato questa primavera, è andato presto fuori catalogo. È già un classico.

 

3. Let the Sun Beheaded Be

Gregory Halpern. Copertina rigida, 120 pagine, 21,5×28 cm. € 48. Aperture

Un viaggio a Guadalupa, un’isola caraibica, territorio d’oltremare francese, che sulla mappa ha la forma di una farfalla. Gregory Halpern fotografa un presente che affonda le sue radici in un penoso passato coloniale e schiavista. Il lavoro, presentato nei mesi scorsi come mostra alla Fondazione Henri Cartier-Bresson di Parigi, onora tutti i dogmi del politicamente corretto. Eppure il talento di Halpern è tale che le sue immagini riescono a toccare corde ben più profonde e destabilizzanti. Più che l’immagine del tatuaggio del Decreto di abolizione della schiavitù sulla spalla gagliarda di un ragazzo di colore, entra nel cuore quella dello sconvolgente figuier maudit, le cui radici fuoriescono come tentacoli di piovra da un edificio coloniale diroccato. “Let the Sun Beheaded Be” non raggiunge le vette di ZZYZX, il suo capolavoro, ma è una tappa fondamentale di quel percorso che porterà Gregory Halpern a diventare, tra qualche anno, il grande Gregory Halpern.

 

2. Lunario, 1968-1999

Guido Guidi. Copertina rigida, 30 x 30 cm. € 40. Mack

Un libro irrituale. Sulla luna. Che raccoglie diverse serie di immagini scattate nell’arco di tre decenni. Da una parte, la luna è mostrata come un elemento misterioso del paesaggio che segna lo scorrere del tempo come fosse un orologio. Dall’altra, ci sono gli oggetti della vita quotidiana, visti a loro volta come metafore lunari. E poi, le immagini frutto della sperimentazione sul mezzo fotografico. come il triplo ritratto del 1967 di Mariangela Gualtieri. E, ancora, i paesaggi del Delta del Po, ripresi con un obiettivo fish-eye. Il libro si conclude con l’indimenticabile serie dedicata all’eclisse di sole dell’estate del 1999 (che di per sé varrebbe l’acquisto). Non si può dire sia il libro più bello di Guidi (che forse è l’ormai introvabile “Per strada” del 2018), ma è di certo l’opera che in modo più chiaro ci accompagna dentro la “sala macchine” della poetica del fotografo di Cesena. Imperdibile.

 

1. Knit Club

Carolyn Drake. Copertina rigida, 118 pagine, 21×28 cm. € 58. TBW

Per un annus horribilis un libro spettrale. Carolyn Drake compone un romanzo di immagini sulla scia del genere letterario americano detto “gotico meridionale”. La struttura “a più voci” è ispirata a “Mentre morivo”, il capolavoro di William Faulkner. Il club a cui fa riferimento il titolo è un gruppo di donne di Water Valley (Mississippi), che non si capisce bene che cosa faccia di preciso. Maschere, travestimenti, volti nascosti da tendaggi. Ombre. Incontri nei boschi. Tatuaggi. Falò notturni. Serpenti e scarpe da tennis. Epifanie che rivelano un enigma. Le pagine del libro sono attraversate da un brivido. Una vibrazione segnata da una femminilità virile. Per niente svenevole. Un po’ David Lynch, un po’ Flannery O’Connor. Il libro dell’anno.

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