Le zuccherose favole moderne di Sepúlveda

Dalla “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” fino alla “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”. Le favole vere erano molto più crudeli

Mariarosa Mancuso

È morto all'età di 70 anni, lo scrittore cileno Luis Sepúlveda. Da fine febbraio era ricoverato a Oviedo dopo aver contratto il coronavirus. Grazie a un misto di impegno politico e civile, favola ed ecologia, solo in Italia ha venduto otto milioni di copie dei suoi libri. L'ultimo “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa” ribalta il Moby Dick di Melville e vorrebbe far sentire un po' in colpa noi che ci siamo appassionati alle ossessioni del capitano Achab. Ma il più famoso è sicuramente “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, diventato anche un film di animazione per la regia di Enzo D'Alò. Favole dolciastre. Favole moderne, ovvio, quelle vere erano molto più crudeli e per niente zuccherose. 

 

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