Brad, Angelina e la fine di un mondo
«È una notizia triste» (il Dalai Lama, commentando la fine del matrimonio tra Angelina Jolie e Brad Pitt) [1].
Dopo 12 anni, la coppia più celebre del mondo, Angelina Jolie e Brad Pitt, divorzia. Lo ha chiesto lei, che ha già alle spalle due matrimoni (con gli attori Jonny Lee Miller e Billy Bob Thornton); lui uno solo (con l’attrice Jennifer Aniston) [2].
I due si innamorarono sul set di Mr e Mrs Smith, nel 2005. Hanno sei figli, tre adottati da lei e poi anche da lui, tre da loro stessi confezionati: Maddox 15 anni, Pax 12, Zahara 11, Shiloh 10, e i gemelli Knox e Vivienne 8 anni [2].
Natalia Aspesi: «I due divi, lui 52 anni, lei 41, lui bello genere ragazzo, lei definita la più bella donna del mondo (ma prima che la sua bocca chirurgica occupasse tutto lo schermo) sino ad ora hanno allevato insieme i loro ragazzi, e nessun sito pazzo ha discusso i loro metodi, pur segnalando horror menzogneri sulla salute dell’augusta prole internazionale. Improvvisamente i due non vanno più d’accordo su un tema essenziale, al punto della vendicativa – o forse inevitabile – richiesta di permettere al padre solo la “condivisione legale” della custodia, ma non quella fisica, con diritto di visita, ma non altro» [2].
C’è di mezzo anche l’Fbi. L’agenzia federale è stata chiamata in causa per indagare sul comportamento di Pitt a bordo del suo jet privato in volo da Parigi a Los Angeles. L’attore è accusato dalla Jolie di aver maltrattato il figlio maggiore, Maddox, di 15 anni. Come capita quando si litiga, Pitt sarebbe andato a dormire in albergo. Il giorno dopo, lei ha depositato la richiesta di divorzio in tribunale [3].
Anna Guaita: «Ci sono varie testimonianze che confermano che Brad ha alzato la voce contro la moglie, e che il figlio si è messo fra i due. Non è chiaro se ci sia stato contatto fisico, se Brad lo abbia spintonato, o solo sfiorato. Certo è che qualcuno a bordo del volo aveva ritenuto necessario fare una telefonata a terra per avvertire le autorità, e all’atterraggio il jet era stato accolto dagli assistenti sociali del Department of Children and Family Services. Poiché i fatti sono avvenuti a bordo di un aereo in volo, ricadono sotto la giurisdizione federale» [4].
Silvia Bizio: «Angelina vuole giocare sul sicuro e, forse per questo, ha nuovamente assunto il suo ex manager, Geyer Kosinski, con il preciso mandato di mettere in piedi una campagna di calunnie per danneggiare la credibilità di Brad Pitt» [3].
Matteo Persivale: «Per la famiglia Jolie-Pitt sembra aprirsi un divorzio molto complicato sotto il profilo legale come sotto quello mediatico e delle pubbliche relazioni (uno degli attori più pagati del mondo farebbe fatica a convivere con il marchio di etilista che terrorizza bambini su un jet privato)» [5].
Una volta resa pubblica la notizia della separazione sono arrivate immancabili le testimonianze delle sei baby sitter – una per figlio – a cercare di demolire l’immagine della famiglia perfetta [4].
Figlia dell’attore Jon Voight, un Oscar come miglior attrice non protagonista per il film Ragazze interrotte nel 2000, Angelina Jolie ha fatto parlare molto di sé anche perché si è sottoposta a un intervento di ovariectomia e poi a una doppia mastectomia per prevenire possibili tumori, raccontando le sue motivazioni in due articoli molto discussi sul New York Times [6].
Mattia Carzaniga: «L’ago della bilancia famigliare pendeva sempre a favore di Angelina, l’ex cattiva ragazza (il trend che piaceva ai giornali nei primi anni Zero) diventata Dama della Regina, la viziata figlia di Hollywood convertita in Madre Teresa, la Lara Croft che studiava per diventare Ingmar Bergman. Lui oggi parla, attacca con il solito: “Adesso l’importante è il bene dei nostri figli”. Lei lo fa solo tramite portavoce, in fondo non ha mai avuto bisogno di dire niente, le è sempre bastato essere quello che era per creare attorno a sé una nuova letteratura: il divo biondo, fino a quel momento bello ma stupido, eletto a marito intellettuale, l’eterna rivale (Jennifer Aniston, per quei tre finora vissuti su Plutone) cristallizzata per sempre nell’antonomasia della cornuta» [7].
Meno di un anno fa – e poco dopo le loro nozze – era uscito al cinema By the sea, film nel quale la Jolie ha diretto se stessa e Pitt in una storia su un matrimonio in lento e inesorabile declino. Lei depressa, che si impasticca, fuma in continuazione e osserva il vuoto dalla finestra. Lui che invece di stare con lei se ne va al bar e ascolta le parole sagge di un vecchio pescatore. Fino a che la noia quotidiana viene rotta dalla giovane coppia della stanza accanto, spiata attraverso un buco nel muro [8].
«Sì, abbiamo passato la luna di miele interpretando due persone in un matrimonio che va a pezzi», raccontò la Jolie a Lorenzo Soria all’uscita di By the sea, «ma siamo assieme da così tanto tempo che possiamo permetterci di prendere tutto ciò che abbiamo imparato e vedere fino a che punto possiamo spingere questa nostra relazione e questo amore, se possiamo sopravvivere a circostanze molto estreme e uscirne migliori. E sì, ci sono stati giorni in cui ero preoccupata, ma ne siamo venuti fuori e alla fine questo è stato il miglior viaggio di nozze possibile» [8].
Mattia Carzaniga: «È stato il maggiordomo, e nessuno finora se n’era accorto. Meglio, nessuno aveva voluto accorgersene. Qualche mese fa abbiamo pensato: By the Sea è un traballante mélo su una coppia in crisi, e però guarda che meta-capacità di guardarsi dal di fuori, queste cose le possono fare solo le coppie che non si molleranno mai. Il fatto che l’abbiamo visto in quattro in tutto il mondo ha inquinato le prove, anzi le ha proprio insabbiate. Stava tutto lì davanti agli occhi: quello era il film-testamento dell’unica vera coppia che il cinema abbia conosciuto dopo Bogart-Bacall, Burton-Taylor, eccetera. Il dettaglio è che tra questi e i Jolie-Pitt sono intercorsi svariati decenni» [7].
L’attrice francese Marion Cotillard, che con Brad Pitt ha girato recentemente il film Allied, giovedì scorso ha scritto un post su Instagram per mettere a tacere le voci su una relazione clandestina tra i due: «Poiché questa situazione sta coinvolgendo le persone che amo, devo parlare. Molti anni fa ho incontrato l’uomo della mia vita, padre di nostro figlio e del bambino che aspettiamo. Lui è il mio amore, il mio migliore amico, l’unico di cui ho bisogno. Ai media e ai nemici pronti a giudicare auguro una rapida guarigione» [1].
Silvia Fumarola: «Non tutti sono bravi e civili come Gwyneth Paltrow e Chris Martin: a guardarli nelle foto, alle Hawaii, Londra o a New York, tutti insieme appassionatamente, nessuno direbbe mai che siano separati. Invece per amore dei figli Apple e Moses, sono genitori perfetti, d’altronde avevano inaugurato il divorzio consapevole: “consciously uncoupled” come l’avevano definito quando si sono separati. Un’eccezione perché sono sempre i figli a pagare quando le star (e non solo) vanno alla battaglia per l’affidamento. La guerra di Brad e Angelina, con tutti i dettagli che verranno fuori, giorno dopo giorno, sono solo l’ultimo esempio. I panni sporchi non si lavano più in famiglia e si stendono sul web» [9].
Ancora Fumarola: «Che le favole non esistono lo ha imparato presto Katie Holmes, diventata la signora Cruise nel 2006 nel castello Odescalchi di Bracciano. Divorzio nel 2012 con battaglia legale, da parte di tutti e due, per portare a casa l’affidamento della piccola Suri. Holmes aveva richiesto l’affidamento esclusivo della figlia per toglierla dall’influenza – che reputava deleteria – di Scientology. Supportata anche da Nicole Kidman, ex moglie di Cruise, l’ha ottenuto: vive con la figlia a New York. Secondo il web l’ultima volta che la star di Top gun ha visto la figlia risale al 2013. Non l’andrebbe a trovare (scusa ufficiale: troppi impegni di lavoro) ma c’è chi scommette che è colpa delle regole della congregazione» [9].
Colpisce poi la coincidenza del suicidio di Thaddeus, 27 anni, uno dei dieci figli adottivi (ne ha altri quattro biologici) di Mia Farrow. Thaddeus si è sparato un colpo di pistola nell’abitacolo della sua auto, concludendo così una vita breve e tormentata: ragazzino costretto su una sediaa rotelle dalla poliomielite e adottato dall’ex moglie di Woody Allen in un orfanotrofio di Calcutta nel 1999 [5].
Persivale: «Se da una parte sono sempre state crudeli – e a volte in odore di misoginia – le accuse di megalomania alle attrici o cantanti famose che adottano bambini in giro per il mondo facendo negli orfanotrofi una forma di “shopping” (Madonna ebbe problemi in Africa quando adottò David in Malawi), dall’altra questi ultimi giorni hanno gettato una luce meno hollywoodiana e più realistica su queste modern family a alto tasso mediatico» [5].
Note: [1] Gloria Satta, Il Messaggero 23/9; [2] Natalia Aspesi, la Repubblica 21/9; [3] Silvia Bizio, la Repubblica 23/9; [4] Anna Guaita, Il Messaggero 24/9; [5] Matteo Persivale, Corriere della Sera 24/9; [6] Chiara Maffioletti, Corriere della Sera 21/9; [7] Mattia Carzaniga, rivistastudio.com 21/9; [8] Lorenzo Soria, La Stampa 22/9; [9] Silvia Fumarola, la Repubblica 23/9.
(a cura di Luca D'Ammando)
Intervista a Gabriele Lavia