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Il poco credibile "al lupo al lupo" di Lepore
Se il sindaco di Bologna non avesse esposto solo la bandiera palestinese, se non avesse concesso la cittadinanza onoraria ad Albanese, eccetera, ora il suo allarme per possibili violenze proPal per la partita di basket del Maccabi sarebbero più credibili. Invece suonano ipocrisia
Se il sindaco di Bologna Matteo Lepore non avesse esposto dalla finestra di Palazzo d’Accursio la bandiera palestinese, la stessa sventolata dalle motorette di Hamas il 7 ottobre (poi espose anche quella di Israele, obtorto collo, avrebbe preferito farlo “quando si fermeranno le bombe sui campi profughi e sui civili inermi”, non quando sarebbero usciti gli ostaggi dai tunnel). Se non avesse conferito la cittadinanza onoraria alla special rapporteur filo Hamas, la donna che offese Liliana Segre e, si parva licet, persino il suo collega di Reggio Emilia. Se in passato non avesse sempre vellicato i centri sociali, oggi protagonisti del clima violento contro Israele nelle manifestazioni e all’università. Se insomma il sindaco Lepore si fosse comportato con maggiore equilibrio in passato oggi i suoi allarmi per la partita di basket tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv di venerdì – “non ci sono le condizioni di ordine pubblico” – per via delle minacciate violenze dei proPal, e le lagne contro il ministro Piantedosi, che gli ha ributtato la palla della responsabilità, “il sindaco potrebbe anche vietarla, non è privo di poteri”, sarebbero più credibili. Invece, dopo i passati boicottaggi del Pd contro le partite di Israele, ora il sindaco di Bologna la butta sulla sicurezza. Male.
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