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contro mastro ciliegia

Il poco credibile "al lupo al lupo" di Lepore

Maurizio Crippa

Se il sindaco di Bologna non avesse esposto solo la bandiera palestinese, se non avesse concesso la cittadinanza onoraria ad Albanese, eccetera, ora il suo allarme per possibili violenze proPal per la partita di basket del Maccabi sarebbero più credibili. Invece suonano ipocrisia

Se il sindaco di Bologna Matteo Lepore non avesse esposto dalla finestra di Palazzo d’Accursio la bandiera palestinese, la stessa sventolata dalle motorette di Hamas il 7 ottobre (poi espose anche quella di Israele, obtorto collo, avrebbe preferito farlo “quando si fermeranno le bombe sui campi profughi e sui civili inermi”, non quando sarebbero usciti gli ostaggi dai tunnel). Se non avesse conferito la cittadinanza onoraria alla special rapporteur filo Hamas, la donna che offese Liliana Segre e, si parva licet, persino il suo collega di Reggio Emilia. Se in passato non avesse sempre vellicato i centri sociali, oggi protagonisti del clima violento contro Israele nelle manifestazioni e all’università. Se insomma il sindaco Lepore si fosse comportato  con maggiore equilibrio in passato oggi i suoi allarmi per la partita di basket tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv di venerdì – “non ci sono le condizioni di ordine pubblico” – per via delle minacciate violenze dei proPal, e le lagne contro il ministro Piantedosi, che gli ha ributtato la palla della responsabilità, “il sindaco potrebbe anche vietarla, non è privo di poteri”, sarebbero più credibili. Invece, dopo i passati boicottaggi del Pd contro le partite di Israele, ora il sindaco di Bologna la butta sulla sicurezza. Male.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"