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contro mastro ciliegia

Il crollo, l'unica vera misura morale degli italiani

Maurizio Crippa

La Torre, il Ponte Morandi, le Dolomiti. Il crollo demografico. Se la decadenza in Francia si misura in incendi di cattedrali e furti barbini, in Italia si misura in crolli. E in successive polemiche assurde. Ma oggi l'unico pensiero va agli operai feriti, a quelli gravi. Buona fortuna

 

A Lecco c’è un antico palazzo oggi museo che si chiama Palazzo delle Paure, i turisti d’acqua dolce regolarmente giudicano, dal nome, che fosse una prigione. No, era l’ufficio delle imposte, il vero luogo di terrore degli italiani. I turisti di Roma, ammesso che abbiano contezza dei luoghi in cui sciamano, pensano al massimo che la Torre dei Conti fosse la ragioneria comunale di Romolo e Remo. Invece era la torre dei Conti di Segni, quando si godevano il papato (Leone X dixit) con il loro parente Innocenzo III. Inutile erudizione da web, ma solo per dire che il crollo, il crollo inaspettato o temuto o atteso di un pezzo del nostro patrimonio storico o architettonico o paesaggistico è la cifra, la vera e tragica e unica cifra, della nostra consapevolezza nazionale.

La Torre, il Ponte Morandi, le Dolomiti. Il crollo demografico. Se la decadenza in Francia si misura in incendi di cattedrali e furti barbini, in Italia si misura in crolli. E, dopo, in inevitabili e assurde o sconce polemiche sulle responsabilità, in processi alle intenzioni, i soldi del Pnrr. La dimensione morale degli italiani è il crollo. Ma i simboli sono niente, davanti alla realtà. Ci sono stati feriti, uno grave, ieri sera un operaio era ancora sotto le pietre. L’unica vera tragedia, l’unico pensiero, sia per loro. Buona fortuna. 

 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"