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CONTRO MASTRO CILIEGIA

La "rassicurante" cacciata di Carrai

Maurizio Crippa

La brutta frase del presidente della Toscana Giani per annunciare l'epurazione di Marco Carrai dalla presidenza della Fondazione dell'Ospedale pediatrico Meyer. Motivo: è console onorario di Israele in Toscana. Bisognava "rassicurare" le anime belle

Che la sanità toscana avesse qualche problemino con la famosa parolina che inizia con “a”, ma non è antifascismo, lo sospettavamo. Un sindaco voleva vietare i farmaci israeliani nelle farmacie, due squinternate si sono fatte il video buttandoli via. Ma che in un’istituzione come l’Ospedale pediatrico Meyer sentissero il bisogno di “essere tranquillizzati” circa la presenza di entità sioniste è un brutto salto di livello. Marco Carrai non sarà confermato come presidente della Fondazione Meyer, e non perché abbia combinato guai. Ma perché Carrai ricopre anche il ruolo di console di Israele in Toscana. E questo turba, eccome se turba. Ma turba ancora di più che a pronunciare la sentenza sia il presidente uscente (e rientrante dopo inchino al campo largo) della Regione, Eugenio Giani. Annunciando la cacciata dell’amico di Israele in quanto amico di Israele (di questo si tratta) ha detto: “E’ opportuno che si abbia un’altra figura che possa tranquillizzare rispetto al sentimento complessivo”. Fa specie che Giani, politico esperto e uomo di cultura, abbia pronunciato una frase così ambigua e stilisticamente sgangherata, roba da Tomaso Montanari. Un peccato non veniale, che ha a che fare con quella famosa parolina.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"