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contro mastro ciliegia
Papa Leone XIV e la “natura”
Il telegramma del Pontefice ai vescovi della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia
No, ma non c’è nessuna discontinuità con il precedente pontificato, eh. No, ma non c’è nessuna rottamazione del papato callejero della Laudato Si’. State pure tranquilli, fidatevi delle prefiche inconsolabili di Papa Francesco che, in occasione dei primi cento giorni di pontificato di Leone XIV, si industriano a spiegare che va tutto bene come prima, non è cambiato niente, tantomeno per la dottrina della fede del Creato, anzi è proprio un peccato che non ci sia più Papa Bergoglio perché contro il ponte di Messina sarebbe stato dalla parte nostra, a sdilinquire sui bei tramonti minacciati da colate di ferro e cemento. No, tranquilli, non è cambiato niente. Solo che poi Papa Leone manda un telegramma (gli piacciono le vie brevi) ai vescovi della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (do you remember il Sinodo per l’Amazzonia, da cui sembrava dover dipendere pure l’esistenza di Dio o almeno della Pachamama?) e dice queste poche ma sentite parole: “Evidente è il diritto e il dovere di prenderci cura della Casa che Dio Padre ci ha affidato come amministratori premurosi, affinché nessuno distrugga irresponsabilmente i beni naturali, né, tanto meno, si sottometta a essi come schiavo o adoratore della natura”. Non sottomettetevi, e non sarete sottomessi.



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