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contro mastro ciliegia

Da Messina al Vesuvio, lo show dei non competenti

Maurizio Crippa

Il costituzionalista Ainis lamenta l'assenza di un referendum abrogativo preventivo per il ponte sullo Stretto. Mentre Saviano ritiene che i roghi siano una minaccia ai sindaci, ma non si sa per quale scopo. Quando gli intellettuali d’altra materia decidono di misurarsi con tematiche di cui non hanno competenza

Una delle cose che destano più ilarità è quando (stimati) intellettuali d’altra materia decidono di misurarsi con tematiche di cui non hanno competenza. Uno spasso. Ad esempio il costituzionalista Michele Ainis, quello che disse a inizio invasione dell’Ucraina “se vale l’aiuto all’aggredito dovremmo armare Mosca”, che con la pregnante specializzazione di essere messinese s’è detto stupito che sul ponte “non è stata valutata neanche la possibilità di indire un referendum”. Il famoso referendum abrogativo preventivo? Sul Fatto, ovviamente. Invece sulla Stampa il noto esperto di incendi estivi Roberto Saviano ha stilato uno strabiliante elenco del perché il Vesuvio brucia: “Quei roghi sono una minaccia ai sindaci”.

C’è una regia. Bon. Poi però spiega: a) che “gli incendi non vengono fatti per poter costruire”, b) gli appalti per il rimboschimento sono “un’ipotesi che ritengo irreale”, c) l’idea che “bruciano per creare nuove discariche abusive non mi convince”. E dunque? “La risposta è semplice: sono roghi estorsivi. Per mandare segnali a tutti i sindaci e assessori dell’Ente Vesuvio”. Per ottenere cosa, non lo sa. Però “il messaggio è evidente: sono arrivati i soldi del Pnrr”. E quando ci si butta sulla sigla tecnica, si può finirla in vacca. Referendum.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"