
Foto ANSA
contro mastro ciliegia
Da Messina al Vesuvio, lo show dei non competenti
Il costituzionalista Ainis lamenta l'assenza di un referendum abrogativo preventivo per il ponte sullo Stretto. Mentre Saviano ritiene che i roghi siano una minaccia ai sindaci, ma non si sa per quale scopo. Quando gli intellettuali d’altra materia decidono di misurarsi con tematiche di cui non hanno competenza
Una delle cose che destano più ilarità è quando (stimati) intellettuali d’altra materia decidono di misurarsi con tematiche di cui non hanno competenza. Uno spasso. Ad esempio il costituzionalista Michele Ainis, quello che disse a inizio invasione dell’Ucraina “se vale l’aiuto all’aggredito dovremmo armare Mosca”, che con la pregnante specializzazione di essere messinese s’è detto stupito che sul ponte “non è stata valutata neanche la possibilità di indire un referendum”. Il famoso referendum abrogativo preventivo? Sul Fatto, ovviamente. Invece sulla Stampa il noto esperto di incendi estivi Roberto Saviano ha stilato uno strabiliante elenco del perché il Vesuvio brucia: “Quei roghi sono una minaccia ai sindaci”.
C’è una regia. Bon. Poi però spiega: a) che “gli incendi non vengono fatti per poter costruire”, b) gli appalti per il rimboschimento sono “un’ipotesi che ritengo irreale”, c) l’idea che “bruciano per creare nuove discariche abusive non mi convince”. E dunque? “La risposta è semplice: sono roghi estorsivi. Per mandare segnali a tutti i sindaci e assessori dell’Ente Vesuvio”. Per ottenere cosa, non lo sa. Però “il messaggio è evidente: sono arrivati i soldi del Pnrr”. E quando ci si butta sulla sigla tecnica, si può finirla in vacca. Referendum.


contro mastro ciliegia
La bella estate calda in sharing di Garattini e Bezos
