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contro mastro ciliegia

Amadeus, le balle e una scelta giusta

Maurizio Crippa

I commenti da sbadiglio del circolino politico per l'addio del conduttore alla Rai (colpa di TeleMeloni, ovvio). Invece ha solo accettato una buona offerta, come fece ai suoi tempi Mike Bongiorno. E' la moralità dei soldi, fatevene una ragione

Abbiamo letto con un certo sbalordito divertimento, o forse era solo uno sbadiglio prolungato davanti a tanta ripetitività schematica, commentatoresse e commentatoroni scrivere cose come: “La canea che avrebbero fatto se #Amadeus fosse andato via dalla #Rai durante un governo non guidato da loro. Le dimissioni che avrebbero chiesto. I danni che avrebbero evocato”. Oppure: “#TeleMeloni. Va avanti il proficuo ‘lavoro di riequilibrio’”. Ma a parte un titolo forzoto della Stampa, “Mister 100 milioni”, che ha indotto persino sua democristianitudine a  rintuzzare, “la gente ora pensa che lui guadagnerà 100 milioni, ma non è così”, è bizzarro che sul trasferimento del Lautaro Martinez dei conduttori Rai a Discovery si sia straparlato di pasticci, bisticci, e ovviamente delle immancabili mani delle destre sulla tv pubblica.  Che Amadeus abbia ricevuto un’offerta di quelle irrinunciabili, e non nel senso del Padrino, tale da fargli fare lo stesso salto che anche Mike Buongiorno fece ai tempi di Berlusconi, non sembra argomento bastante e sufficiente. Eppure quando il povero Mancio, per la stessa motivazione e etica – stufo di qua, tanti soldi di là – se ne andò in Arabia Saudita, fu poco meno che linciato per immoralità. (Ma col Mancio dare la colpa a Meloni proprio non stava in piedi).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"