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contro mastro ciliegia

L'ultimo Tuono di Gigi Riva

Maurizio Crippa

È morto nella sua Cagliari l'attaccante che trascinò allo scudetto i rossoblù. È stato un grande italiano, e il più grande attaccante italiano

Quel nome leggendario che per lui aveva scolpito Brera e che rimarrà per sempre nei cuori degli italiani e negli annali del Grande Calcio dice tutta la verità del calciatore, ma forse non dell’uomo. Che nella vita è stato taciturno e riservato, scontroso quasi, un figlio aspro del popolo del lago, su a Leggiuno, che poi si fece figlio della Sardegna altrettanto aspra, magnifica e poco espansiva. Esplodeva in campo, Gigi Riva. Il suo micidiale sinistro di tuono, la sua grinta, la forza di superare avversari e sofferenza e infortuni. In pochi avevano creduto in quel trasferimento a Cagliari che fece epoca, e che quel bomber fortissimo e taciturno avrebbe trascinato quella squadra, quella maglia che ha amato tutta la vita fino a vincere. Leggenda. Invece è stato tutto vero, il varesino di lago s’è fatto sardo d’isola e di mare, e ha amato quel luogo, quella gente, quella vita. Ed è stato un grande italiano, e il più grande attaccante italiano, che trascinò gli Azzurri da giocatore e poi da dirigente avvolto dalla sua nuvola di sigarette, la voce non di tuono ma roca, la fedeltà a sé stesso, alla sua vita e alle sue due terre. E se n’è andato così, come se ne vanno solo gli eroi, senza bisogno di aggiungere nulla. Nella sua Cagliari.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"