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Contro mastro ciliegia

Rosa e Olindo, soliti sospetti

Maurizio Crippa

Del delitto di Erba colpisce il muro di colpevolezza che si erge inscalfibile. Sul caso Moro hanno fatto cinque processi, eppure i colpevoli erano più evidenti. Come per Garlasco, per Yara, per Cogne, indagini forzate e fatte male aprono poi ai dubbi sui processi. E' grave per Rosa e Olindo, ma è grave per tutti noi

Di Rosa e Olindo colpisce sempre questo: che sono i colpevoli perfetti, persino o prima del delitto. Perché come narrativizzò Pino Corrias portavano la colpa della Brianza, dei danè, del leghismo e di Radio Maria. Ma colpisce anche questo: quasi vent’anni dopo, appena se ne parla si alza il muro di Berlino della colpevolezza, senza se e senza revisione (senza remissione). E questo in un paese che per Moro ha celebrato cinque processi, sebbene fosse un caso tanto più semplice: sono state le Br. Per Rosa e Olindo nemmeno l’ipotesi del dubbio è ammessa, Erba è la comfort zone dei mostri in gattabuia. Non che si sia per forza innocentisti, chi lo sa, ed è chiaro che difficilmente avranno la revisione. Un po’ perché la materia è friabile, e molto più perché giudice non mangia giudice. Eppure Erba è uno dei casi, dei troppi casi, in cui prima ancora della valutazione del processo i colpevoli sono stati forgiati da indagini incomplete, o fatte male, o forzate, o che lasciano scoperti buchi senza toppa nel fondo dei calzoni. Quel riconoscimento nato in seconda battuta, i pasticcetti della scientifica. Come per Garlasco, per Yara, per Perugia, per Cogne. Un paese in cui le indagini si fanno male si espone poi al dubbio sulle sue sentenze. E’ grave. Per Rosa e Olindo e non solo per loro.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"