Ansa

Contro mastro ciliegia

Pugni, giudici e gambe tese

Maurizio Crippa

Parlare male, pensare mele, fare male. Che cosa è peggio tra il presidente della squadra turca che rifila un cazzotto all'arbitro e un magistrato che dice: "Ci siamo assunti la grande responsabilità di entrare a gamba tesa nella vita privata di questi ragazzi"?

Chi parla male pensa male e (a volte) fa persino male, recita un adagio divenuto proverbiale. Quale delle tre fasi sia la peggiore, in verità sarebbe il caso di domandarselo. Di certo uno che non pensa proprio bene, e infatti fa parecchio male, è il presidente dell’Ankaragucu, squadra turca, che è entrato in campo e ha sferrato un micidiale pugno in faccia all’arbitro. L’hanno arrestato, bene. Ma che sia proprio un buon pensiero di alta democrazia sospendere a tempo indeterminato l’intero campionato, non sapremmo dire: a volte i giudici fanno peggio dei presidenti pugnaci. Ad esempio al tribunale di Marsala (no Turchia) il procuratore ha deciso di mettere il braccialetto elettronico a due fidanzatini e imporre a lui (molesto) di stare alla larga da lei (minorenne) dopo la denuncia drammatica della madre: “Mia figlia ha una relazione malata… vi scongiuro, aiutatemi”. Bene la decisione, un po’ alla turca forse. Ma qualche dubbio viene scoprendo che il procuratore, Fernando Asaro, parla così: “Ci siamo assunti la grande responsabilità di entrare a gamba tesa nella vita privata di questi ragazzi”. E va bene che era un’intervista, e speriamo che nelle sentenza parli meglio: ma può un magistrato pensare così? “Entrare a gamba tesa”? E perché non dargli direttamente un pugno? Così, alla turca.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"