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contro mastro ciliegia

L'oscena pretesa di stabilire che il “miglior interesse” di Indi Gregory sia morire

Maurizio Crippa

Ci sono gli intransigenti della libera vita e della libera morte, legittimi tutti e la politica non dovrebbe lucrare consensi sulle zone grigie. Poi ci sono i giudici, che vogliono stabilire che "il miglior interesse" di una bambina sia morire. Anche se i suoi genitori amano la vita

Esistono gli intransigenti della vita finché l’ultima cellula avrà esalato il suo ultimo basta, tutto è compiuto; la vita sopra ogni cosa, di solito perché è sacra (ma il padre di Indi Gregory non è battezzato né credente). E pronti tutti o in maggioranza a dire che non si può né si deve, è accadimento e pensiero magico. Poiché non impongono il sacrificio dell’ultima cellula a nessuno, il problema qual è? Esistono poi anche gli intransigenti della morte finché l’ultima cellula potrà dire liberamente il suo ultimo basta. E pronti tutti o in maggioranza a riconoscere che sì, nessuna coercizione o legge può negare il diritto supremo alla morte. Poiché non impongono a nessuno l’anticipo sull’ultima cellula, perché no? Poi ci sono i governi che della biopolitica di ambedue gli amori – per la libera vita e per la libera morte – fanno motivo di profitti e consensi. Andrebbero invece rispettate ambedue le zone grigie. Infine ci sono i giudici inglesi che, nell’oscena pretesa di stabilire che il “miglior interesse” di Indi sia morire, e che nulla valga il desiderio dei genitori di accompagnarla finché vita non li separi, pretendono giudicare l’ingiudicabile, e non è compito loro. Ma forse quei giudici preferiscono la morte.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"