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contro mastro ciliegia

Non hanno visto il "fascistometro"

Maurizio Crippa

Altro che "effetto Schlein" ai ballottaggi, Cassandra Murgia l'aveva predetto: "Non abbiamo visto arrivare il fascismo perchè di solito arriva dalle dittature". Che invece sia arrivato per colpa di una sinistra che ha tradito gli operai, non si sono accorti

Molta ironia sì è già fatta e si farà, dopo il cappottino dei ballottaggi, sul Pd di Elly Schlein che stavolta non è che non l’hanno visto arrivare: non si è proprio visto e basta. Ma nemmeno hanno visto arrivare il Nuovo Fascistometro Aggiornato di Cassandra Murgia. Lei aveva predetto: “Se non lo vediamo arrivare (il fascismo, ndr) è perché lo abbiamo sempre visto partire da monarchie e da instabilità più o meno dittatoriali”. Qui invece, secondo il fascistiometro versione Instagram, ci hanno tratti in inganno trent’anni di orribile deriva. In realtà, giusto per la storia, in Italia il fascismo arrivò da una monarchia e con voto popolare. E in Germania c’era la costituzione più bella del mondo di Weimar. Ma secondo Murgia tutto incominciò quando “gli operai di fabbrica, strutturalmente votanti a sinistra”, cominciarono a votare la Lega, “un partito apertamente razzista, antimeridionale, maschilista e separatista”. Patriarcale non andava ancora di moda. Era “il segnale di una prima virata. Ma non nella direzione interpretata da D’Alema, secondo cui i leghisti erano una costola della sinistra”. Che la virata sia avvenuta, invece, per la democrazia bloccata e il tradimento operaio da parte della sinistra vieppiù frou-frou, il nuovo fascistomentro non coglie. Neppure stavolta li hanno visti arrivare. 

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"