Contro mastro ciliegia
D'Avanzo, Lirio e Rep. La strana inchiesta sulla possibile nomina al Tg1
Basta un’intervista mancata al “Nero” e un rinvio a giudizio per vietare la direzione a Gian Marco Chiocci? Un tempo gli scoop giudiziari di Repubblica facevano tremare i palazzi. Adesso fanno ridere
Non conosco Gian Marco Chiocci, conosco però, per lettura, Lirio Abbate e le sue fisse. O bufale, come la vergognosa sui “trafficanti di virus” e quella sui “diari di Arafat”. Costruiva allarmi sul ritorno della Mafia a Palermo, ora si è spostato sulla Roma degli amici del “Nero”. Giorni fa Rep. arpiona Chiocci: “Giornalista d’assalto, incontrò Carminati per un’intervista e un libro poi mai usciti”. Potrebbe andare al Tg1? Boh. Ma un’intervista mancata al “Nero” e una rinvio a giudizio finito in non luogo a precedere non dovrebbero essere ostativi (come l’ergastolo) per dirigere un tg. Almeno in un paese che non sia l’Ungheria.
Ma tutto questo Lirio non lo sa. Dunque racconta pure che Chiara Colosimo, deputata di An, va bandita da ogni incarico all’Antimafia perché ha partecipato a un incontro sul carcere dell’associazione (non a delinquere) dell’ex Nar Ciavardini. E per la stramba proprietà transitiva di Abbate, ciò basta a fare di lei una longa manus del “Nero”. Se esistesse anche una proprietà transitiva di Rep., verrebbe da chiedersi se la potenza che avevano un tempo le inchieste giudiziarie di un D’Avanzo abbiano lasciato traccia, nello storytelling criminale di oggi. Ma no.
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