Foto Ansa

Contro mastro ciliegia

La capsula radioattiva al 41-bis e altre boiate

Maurizio Crippa

Per giorni i media di distrazione di massa ci hanno assillati con la storia della capsula smarrita in Australia. Bene, era pericolosa come un dito in un occhio, e alla fine l'hanno ritrovata: era lì, al bordo della strada, innocua come non si fosse mai mossa dal 41-bis

Quando non hanno da immaginare scenari da Piano Solo nell’appartamentino di Bibì Donzelli e Bibò Del Mastro; quando non hanno nuove amanti del boss da svelare; quando anche l’idiozia “Djokovic è un campione ma doveva vaccinarsi” ha finito di rompere le balle, i media italiani che non sanno più a che arma di distrazione di massa votarsi si buttano sulla qualunque. Ad esempio per una settimana ci hanno sbomballato con la storia della capsula radioattiva che un camionista della Rio Tinto s’è perso per la strada in Australia. “La capsula letale” è stato il titolo più strombazzato, giusto perché i titolisti non hanno più il talento necessario a evocare The day after, Fukushima o altri top of the pops radioattivi. Era un “minuscolo contenitore di cesio-137”, largo 6 millimetri e lungo 8. E se si andava oltre il titolo si scopriva che: “Si stima che restando per pochi istanti vicino alla capsula si riceva una quantità di radiazioni equivalente alla radioattività naturale (cioè derivante da qualunque altra fonte ambientale non pericolosa) che in Australia si incamera di solito in un anno”. Non proprio un missile di Putin. Bene. L’hanno incredibilmente ritrovata. Era lì tranquilla, al bordo della strada. Inoffensiva come non si fosse mai mossa dal 41-bis.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"