Foto Ansa 

contro mastro ciliegia

Ultima generazione imbratta Warhol ma i fessi sono quelli che stanno a guardare

Maurizio Crippa

Finché ci sarà gente che scambia per intelligenza o per notizia quattro vandaletti che irrompono in un museo, non ce li leveremo mai di torno

L’immagine decisiva, il vero messaggio, che quei dementi di Ultima generazione (e a vederli in azione con le loro truculenze da vandali del liceo vien fatto di sperare che sia l’ultima davvero) hanno diffuso non è la farina gettata, alla Fabbrica del Vapore di Milano, sulla Macchina di Andy Warhol (otto chili di farina: e la fame nel mondo?). Warhol, che quando i loro colpevoli genitori (colpevoli di lasciarli deambulare, anziché mandarli in una bella scuola meritocratica) nemmeno erano nati, aveva già inventato la riproducibilità tecnica dell’arte e anche la biodegradabilità delle zuppe Campbell, se ne fregherebbe bellamente. Lui, che però ha passato l’ultimo periodo della sua vita, proprio qui a Milano, in un infinito corpo a corpo con The Last Supper, perché sapeva che l’Arte (maiuscola) vale più della natura (minuscolo). Se ne fregherebbe. Quella davvero decisiva e riprovevole è un’altra immagine. C’è in tutte le foto. C’è soprattutto nei video. E’ l’immagine di una decina di fotografi, operatori video, maniaci del clic che stavano lì, ordinatamente e stolidamente a immortalare tutto, mentre i fessi imbrattavano e urlavano slogan ridicoli. Il vero messaggio è che finché ci sarà gente che scambia per intelligenza, o addirittura una notizia e financo un messaggio quattro vandaletti che irrompono in un museo perché il cesso l’hanno trovato chiuso, ecco, finché c’è gente che li guarda, non ce li leveremo di torno. 

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"